venerdì 27 settembre 2013

Non userò un titolo tipo Me myself and I, mi rifiuto.

L'ultimo venerdì mattina di settembre, qui ai piedi delle Dolomiti. 
Giornata di sole, fa caldo ma non troppo, sembra l'ultimo sprazzo d'estate. 
E io mi sono vestita come Mercoledì della famiglia Addams. 











Perdonate il momento fashionblogger wannabe, e la scarsa qualità dell'immagine.


Mi sono alzata con un che di malinconico. Un che. 
Forse sarà stata la noia di ieri sera, uscire con gente più noiosa del solito o semplicemente sentirmi esclusa da quello che fanno/dicono gli altri perché non posso sempre esprimermi in toto per quello che sono, mostrare il mio lato frivolo senza passare inevitabilmente per oca e senza essere giudicata male da alcuni amici che mi conoscono dovrebbero conoscermi da una vita o quasi e che non mi prendono sul serio. 
Forse questi non sono amici.
O forse il problema sono io? Non che io abbia una doppia personalità, intendiamoci. Ma ecco, tante cose che faccio non posso condividerle con alcuni di loro. Le tengo nascoste. Non capirebbero. 
Non capirebbero che sono quella che studia cose pallosissime e pesanti (a detta loro) ma intanto si guarda i programmi trash sulle spose o sugli Extreme makeover. Che perde ore a leggere blog di moda e conosce a memoria i nomi di borse e stilisti e ogni tanto si incolla alle vetrine ad ammirarle e un giorno ci arriverà ad averne una ma intanto si accontenta di quelle che riesce a permettersi con lo stipendio del lavoro estivo, e sembra che sia algida e se la tiri ma in realtà è solo timida e se uno la conosce davvero sa che è brava a far ridere, a imitare tutti (bene, sei uguale! dicono) e a fare la cretina e ogni volta le ripetono Pepi avresti dovuto iscriverti al Dams e fare teatro. 
Che non ha peli sulla lingua ma cerca comunque di essere gentile con tutti, e a volte la gentilezza diventa uno sforzo che le sembra falsità, e allora preferisce sembrare musona. 
Che non ho assolutamente la puzza sotto il naso e anzi non ho problemi a sporcarmi le mani e i concerti in giro per il mondo sì ok tuttobello ma dormire in stazione Termini anche no. L'ho già fatto in aeroporto e mi è bastato. 
Che anche se mi dicono che sono carina io non ci credo, non ci credo sul serio, ma che ogni tanto carina mi ci sento (e un giorno o l'altro vi snocciolerò tutti gli epiteti che mi dò da sola davanti allo specchio). 
Che litigo furiosamente solo con quelli a cui tengo, ma roba wrestling eh. Se non mi importa, non mi va di perderci tempo. 
E mi piacciono le sorprese. Farle e riceverle. E lasciare bigliettini in giro dove puoi trovarli. E portarti i biscotti fatti apposta per te (anche se magari l'altro giorno ti ho quasi azzannato durante una lite). E ascoltare, e ricordarmi quello che mi hai detto quando è ora di farti un regalo e farti un regalo che ti piaccia. Odio quando mi fanno i regali sbagliati. 
O generici.
(Oh ma grazie eh. Sul serio? Un ALTRO BUONO in un negozio di bigiotteria? ANCORA? Non entrerò di nuovo in un negozio con l'insegna di Hello kitty. No. Ho una dignità, io).
Vuol dire che nessuno mi ascolta. 
Ed è forse per questo timore di non essere ascoltata che ho aperto un blog dove però la mia identità rimane nascosta (se nessuno conosce la tua faccia e non sa chi sei, il fallimento fa meno male, e la parentesi di quest'esperienza online potrà in ogni caso essere cancellata con pochi clic). 
Tutto ciò che scrivo qui relativo a ciò che mi accade è assolutamente vero, le prese in giro ed i commenti che faccio sulle celebrities sono pura ironia. 

Dicasi sarcasmo. 

sarcasmo s. m. [dal lat. tardo sarcasmus, gr. σαρκασμός, der. di σαρκάζω«lacerare le carni» (da σάρξ σαρκός «carne»)]. – Ironia amara e pungente, ispirata da animosità e quindi intesa a offendere e umiliare, che a volte può anche essere espressione di profonda amarezza rivolta, più che contro gli altri, contro sé stessi: parolefrasiosservazioni piene di s.parlare,rispondere con s.fare del sarcasmosento del s. nelle tue parole.

Come le chiacchiere che si fanno con un'amica mentre sfogliate le riviste sdraiate sui rispettivi lettini al mare, restando in silenzio imperturbabili godendosi appieno il momento tintarella e mugugnando ogni tanto "ma vara te sta qua..." 
"CHI?" e la vostra amica befana, come voi, sporge il collo mentre voi girate il giornale per mostrarle la pagina dove la vip in questione appare smutandata ecc. 
"Ah. Quela là (mantengo espressione dialettale, priva di doppie) non sa più cosa inventarsi". E si ritorna alla catalessi da abbronzatura, dove è già tanto se riuscite trovare la forza di girare la pagina vista, vista l'afa.

Quindi ecco, non vi spaventate.  


Guardatevi le spalle, però. 


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