mercoledì 30 ottobre 2013

Brenda walsh (not) wannabe: gli zaini

but I still prefer bags


Insomma io che a Verona ero tutta carina e andavo finalmente a lezione con le borse(tte) dopo anni di superiori con l'Eastpak, io che degli zaini mi ero proprio stufata e anche la versione più indie dello zaino in pelle mi faceva rabbrividire perché mi sembrava un rimasuglio anni '90 di Beverly Hills 90210 (quello vero, il primo con Brenda e Brandon Walsh e Donna e Dylan e Kelly cisiamocapiti), me ne arrivo bella tranquilla a Trento e scopro che qui tutti usano lo zaino. 
Tutti. 
E di pelle, e di tessuto, con stampe, tinta unita o fatto di stracci quel che vi pare. 
Lo zaino a quel che si dice qua, è IN

E io lo detesto. 
L'altro giorno ero lì che mi bevevo tranquilla il caffè seduta con la mia comare BFF e vedo passare queste due tipe uscite direttamente dalla Bayside school, con l'anfibio, la calza coprente, il maglione over con le maniche risvoltate, gli occhialetti tondi e lo zainetto di pelle. 

Wow che novità. 
Che ventata di freschezza. 



Il prossimo passo cosa sarà? 
Abbiamo già il tedio autunnale dei boyfriend jeans a vita alta, che come se non fosse abbastanza, riescono a ingrossare anche le più filiformi. 
Anche la camicia con fantasie improbabili ha fatto la sua ricomparsa. 
Mancano le acconciature col frisé e i tagli di capelli discutibili. 

Per il momento mi accontento dei maglioni over. 
Riguardo tutto il resto...
No.
Non me la sento. 






Bio cosmesi e altre cose che forse non interessano a nessuno

In questo post farò come un incantatore di serpenti. 
Anzi mi incanto da sola, giusto per trovare qualche altra scusa che mi giustifichi perché continuo a comprare roba su internet. 
Ma non solo vestiti o scarpe, o borse. 

Ultimamente faccio come le vecchie che guardano le televendite, sto ore su internet e compro saponi, rulli per dipingere. 
Tra un po' mi compro la scopa elettrica a vapore. 
O un piumone coprimaterasso
Sì piumone, un giorno ti avrò e sarai mio e soltanto mio, ci apparterremo l'un l'altra e nessuno ci separerà. 

Ma partiamo con ordine, sennò che incantatrice sono? 

Dunque, chi mi conosce sa che io ho un'anima green
Faccio sempre la differenziata separando con attenzione i materiali cercando di non farmi sfuggire nulla (anche in viaggio! Sembra una cavolata ma guardate che non è facile viaggiare/magari trovarsi a mangiare in treno e all'arrivo in stazione dover buttare bucce di mele/tovaglioli/sacchetto del panino o quelle cose lì... Quando lo faccio e mi rassegno all'idea di dover gettare tutto nell'indifferenziato mi piange il cuore, sarà che da noi in Trentino la differenziata si fa da molti anni o che sono solo una che si fa troppi problemi sempre e da sempre), sto attenta a non sprecare la carta e l'acqua, cerco di usare i mezzi il meno possibile anche se in questo periodo causa Università e ginocchio mi tocca usare l'auto (che per inciso, volevamo comprare ibrida ma alla Toyota ci hanno detto che per un'ibrida come la volevamo noi avremmo dovuto aspettare la bellezza di 180 giorni MINIMO). 
E credetemi che questo stile di vita ha comportato una serie di prese in giro non indifferenti da parte delle mie coinquiline negli anni scorsi. 


Comunque.
Ultimamente grazie alla mia amica Black Swan sto in fissa per i prodotti cosmetici eco-bio, leggo sempre  mi faccio sempre leggere e tradurre gli INCI (ossia la lista degli ingredienti di un prodotto) da Black Swan e ho finalmente imparato che i siliconi-dimeticoni-un par de co...oni sono per la mia pelle un categorico MAI PIU' CON.  
Forse sarà che solo a guardarli mi vengono dei punti neri grossi come limoni? 
Vi giuro che io invidio profondamente tutte quelle mie amiche che "nooo guarda io uso la Nivea soft da una vita, mai avuto problemi..." e hanno una pelle compatta e luminosa che io posso solo sognare, nonostante io stia lì a farmi il gommage settimanale, le maschere purificanti, usi latte detergente, tonico o acqua micellare SEMPRE e abbia provato innumerevoli creme più o meno costose. 
Devo ammettere però che da quando sto più attenta a ciò che mi metto in faccia, la mia pelle è notevolmente migliorata e ad essere sincera, anche le mie finanze (perché in giro ci sono un sacco di creme che costano una cifra e sono piene di schifezze o semplicemente di paraffina liquida. E che una cosa costi un botto non significa necessariamente che sia di qualità). 
Quindi ora leggo e mi informo prima di comprare qualcosa, anche se come già detto sono un bersaglio facile e quando passo davanti a Lush o da L'Occitane provo l'irrefrenabile desiderio di entrare e comprare ma sto facendo davvero lo brava e cerco di resistere (tipo alcolista anonima. Ciao, sono A*** e non uso roba dal profumo nauseabondo da un anno e mezzo). 

Quindi ecco, al momento uso un po' di tutto ma cose che comunque non contengono troppe schifezze.
Oddio, non fraintendete... Non è che io mi lavi il viso con la rugiada e come crema usi la clorofilla di foglie d'acacia distillata, non sono così Pro
Però sto attenta e anzi, ho scoperto diversi prodottini che non sono niente male, però vi avverto che se siete di quelle che No io la roba la compro solo in profumeria vi dico già che questa nun è robba pe' vvoi. 
Quello della cosmesi bio da pellegrina (aka persona con una visione oculata delle proprie finanze) è un mondo difficile, fatto di lunghe ricerche online su blog e forum dove troverete un universo parallelo ENORME e dove perderete le notti leggendo ogni commento. 
E perderete anche qualche pomeriggio per cercare di riprodurre gli intrugli che le bio-eco fregne vi propongono. 
E oltre a perdere tempo, se siete come me perderete anche la pazienza perché le ricette anzi LE COSE non vi vengono come a loro dei forum. 


Tipo l'henne ambrato.
Checcazzo.  

Comunque, tutto questo per dire che another world is possible senza spendere un occhio della testa per avere prodotti decenti anche per truccarsi (tipo i minerali della Nevecosmetics o della e.l.f.) o per - e qui uso terminologia da Pro - la detersione quotidiana. 

Tipo questo. 




Questo sapone di Dr. Bonner all-in-one, in teoria è sia per corpo che per il viso, a base di sapone di marsiglia biologico-ecologico tutto quanto 'nzomma, deterge senza aggredire ma pulisce. 
Pulisce a fondo. 
Sgrassa ma non aggredisce. 
Do you know what I mean?
La mattina ti alzi unticcia, e sei già piegata dalla sofferenza per esserti dovuta alzare e non c'hai voglia di stare lì col latte detergente e il tonico, i detergenti in gel ti fanno tirare la faccia che neanche fossi Ivana Trump all'ennesimo lifting e questo di prima mattina TI URTA, quindi ecco la soluzione. 
Ti lavi la faccia con questo, ne basta una gocciolina per fare una schiumettina che ha un buon profumino agli agrumi, tea tree o lavanda, menta boh vedete voi e vi sgrassa tutto, il profumo di pulito che sa di buono vi risolleva l'umore e la pelle subito dopo non tira.  
Quanto poco ci basta per essere felici? 

Ve lo dico io.

Sette euro o poco più. 
Su Asos, però (ho appena ricontrollato, il prezzo è aumentato un pochino ed è rimasto solo quello alla rosa). 
Da &Other Stories costa un po' di più e per le poracce come noi che non sono di Milano a questo costo si aggiungono le spese di spedizione. 
Stessa cosa su ebay. 
Ma figliole andate e ravanate in giro nell'intero mondo universo web e qualcosa signore mie, qualcosa troverete.
Compratelo amiche e non ve ne pentirete! 
Se non altro per le scritte assurde con raccomandazioni in inglese che riempiono l'intera bottiglietta e che potrete divertirvi a leggere nei momenti di noia chessò quando siete sul water e state dando prova di voi stesse contro la stitichezza. 
Per dire. 


Tutto questo teatrino inutile per dire che mi era finalmente arrivato il pacco di Asos e che sto sapone che sto usando da qualche settimana ormai, è davvero una bomba. 
Ve l'ho detto che sarei stata come un'incantatrice di serpenti, no?  






sabato 19 ottobre 2013

Quando i Novanta sono i nuovi Ottanta: Angela Lansbury wannabe

Sottotitolo, Tutto torna


Che titolo lungo, sto post. 
E' tutta la settimana che penso a come scrivere questo post, ma non ho mai avuto tempo. Anzi apro la parentesi del COSA HO IMPARATO QUESTA SETTIMANA. 
Questa settimana ho imparato che esistono delle appropriate varianti di colore per gli asciugamani da usare quando (spero non vi capiti mai, a meno che non sia per una cosa bella, tipo un parto che ne so) si va in ospedale. 
Il color melanzana NON è uno di questi. 
Il lilla, l'avorio, il cipria e tutte le tonalità di rosa e azzurro invece lo sono.
A quanto pare la savlietta deep purple fa contadina
Opinione materna, non mia. 

Ah e ho finalmente capito com'è fatto un menisco. 
Anzi uno dei menischi perché sono più di uno.
Il mio menisco. 
Che per la cronaca, è rotto. 
Evvai! 
Grazie Karma.  

A parte queste interessanti notizie da Settimana enigmistica, devo ammettere che nelle ultime settimane ho notato un pericoloso trend alert (wow, come sono trendy a dire Trend alert!!). 

Non starò qui a spiegarvi come mai io guardi la Signora in giallo, per gli amici la signora Fletcher, ma io la guardo.
La guardo da mille anni, anche se ho la capacità di dimenticare quasi istantaneamente trame/movente/colpevoli, probabilmente ho qualche problema con la memoria a breve termine quindi per me è come se ogni puntata fosse a brand new one
Ciò che invece non mi sfugge sono gli outfit che la Jessica mi sfoggia in ogni puntata. 
Fino all'anno scorso deridevo con la madre le giacche con le spalline, i girocollo e le longuette, i foulard e gli occhialoni in tartaruga. 
E adesso? 
Ora no cavolo.  

Bisogna fare una premessa. 
La signora Fletcher è andato in onda per una cosa come dodici anni, DODICI LUNGHI ANNI, dal 1984 al 1996, coprendo così un periodo lunghissimo e assolutamente determinante per la moda. 
Sono gli anni di ascesa delle grandi top che sono top anche ora, dello sfavillante mondo della moda che con la pubblicità diventa fenomeno di costume e prodotto di massa. 
C'è stato il boom economico e blablabla. 
Io non lo so, sono nata a fine anni Ottanta e tutto ciò che ricordo di moda sono le gonne pantalone e le Sebago che tra l'altro odiavo e ora scopro che le portano i fighetti, boh. 

Adesso voi riderete, ma guardate che la signora Fletcher è (era?) avanti! 
O forse boh, siamo noi che siamo indietro e questa è solo la dimostrazione che non sappiamo più cosa inventarci e in realtà ci vengono propinate sempre le stesse cose (cose che tra 10 anni ci faranno morire dalla vergogna sfogliando le foto di gruppo di cene  o serate varie, che guarderemo e commenteremo scusandoci con frasi come "no ma andavano un sacco di moda i crop top! Giuro!" tra le risate generali).  

Ma guardàtela! 
La camicina polka-dots, il blazer pesante giallo, la camicia col pull, il cappotto over o il trench con la pratica tracollina per poter correre da una scena del crimine all'altra! 
E queste sono le più banali che posso mostrarvi. 
Ieri la Jessica aveva indosso un maglioncino animalier, blazer nero con completo pantalone (erano pur sempre gli anni Novanta, non possiamo pretendere), girocollo in oro giallo bello pesante, tracolla in pelle. 
Preferisco ignorare le scarpe della Jess perché erano pur sempre roba da è bello camminare in una valle verde. 
Per dire. 
Come avrei voluto vestirmi io l'altro giorno. 

Comunque su internet ho trovato poche foto davvero dignitose dove si possano vedere bene gli outfit della Fletcher. 
Però devo ammettere che questa vecchietta è davvero deliziosa. 
Lei e i suoi capelli eternamente biondi. 
Lei che fa giardinaggio con la camicia bianca e il pull, col foulard. 
Lei che del pied-de-poule ha fatto uno stile di vita. 
Mai più senza orecchini a bottone.  









 


Chi era la costumista della serie? 
O forse è tutta farina del sacco della Angela (Lansbury)? 
Chi lo sa. 
Adottami Angela!

In ogni caso, badate bene che con l'aria che tira... altro che Ferragni, è la Fletcher la nuova it-girl
O It-granny, vabbeh è uguale. 
Con qualche accorgimento, la vecchina dà spunti davvero interessanti. 

Chiudo con un'altra piccola parte del Cosa ho imparato oggi scrivendo il post. 

Ho imparato che Oprah ha ANCHE una linea di abbigliamento (what the hell?!).





lunedì 14 ottobre 2013

Here we go again: Dr. Martens

Lo sapevo. 
LO. SAPEVO. 

I Dr. Martens tornano alla grande per questo prossimo (ma quale prossimo, ormai ci siamo già dentro fino al collo, eh già) autunno-inverno. 
E io che da teen ho avuto un'anima un po' rock con la neve che cadeva copiosa per tutto l'inverno non potevo certo mettermi i Moon Boot, che per inciso SONO LA MORTE. Cioeh, io ve lo dico. 
Noi qua in montagna, quelli che dalle città ci arrivano su coi Moon Boot osceni (anche quando non c'è neve, ma perché lo fate, PERCHE'?), beh insomma noi li prendiamo in giro. 
Pesantemente. 
Ho capito che siete qua in settimana bianca e lo scarponcino lo sfruttate poco, poi al ritorno in città.
Però. 
Dai EH.
Mettetevi un anfibio. Una scarpa da trailrunning, uno scarponcino sobrio della Decathlon, un ca**o di Timberland. Non mi interessa. 
Ma il Moon Boot no. 
Siamo nel 2013 porcamiseria
Oppure fatelo e verrete sfottuti a vita. 
Sì. 
Ma mi sembra un argomento succoso quindi credo lo terrò per un altro post sugli outfit da neve. 

Proseguiamo dunque. 
Insomma finalmente a 16 anni riesco a convincere la madreh a comprarmi i Dr. Martens. Neri, classici. Quelli originali ovviamente perché io già lì dovevo cagare un po' il ca**o.  
Insomma li prendo e pure un numero più grande così ci metto il supercalzettone di lana (forse anche doppio), e insomma col mio stile un po' grunge e i miei Dr. Martens ci passo tranquilla asciutta e al calduccio ben due inverni. 
Poi più nulla. 
Comincio l'università e vengo proiettata nel fantastico mondo urbano, non c'è più bisogno di scarpe col carroarmato per sfidare il ghiaccio, Urrà! 
Non ho più bisogno di uscire bardata come il Dottor Zivago per la neve, posso anche essere carina! 
E scopro le ballerine. 
E col grande freddo, scopro gli stivali di pelle, tipo da cavallerizza. 
Amore a prima vista. 
Ma per far ritorno tra i Monti, devo rassegnarmi all'anfibio. 
Che non metto perché mi sembra troppo grossolano, TROPPO. 
Sono una cittadina, ora. 
Poi arrivarono gli Ugg ma quella è un'altra storia. 

Ma io che sono comunque una persona saggia, e SO che prima o poi tutto torna (grazie mamma che invece di buttare le famose bomboniere, hai buttato via i tuoi Montgomery e  i cappotti nuovi o il giacchino tartan, grazie di cuore proprio) i miei Dr. Martens li ho conservati. 
E già l'anno scorso c'era un po' il presentimento che sarebbero tornati in auge, ma io ero troppo presa per la mania per le Clarks per accorgermene. 
E insomma eccoli qua, vedo che impazzano alla grande su blog e Instagram vari e tutti li indossavano già ad agosto anche se fuori facevano 36 gradi e il piede rinchiuso lì dentro col caldo secondo me cominciava ad assomigliare a una fetta di gorgonzola ma insomma il gorgonzola non è trendy come il sushi quindi lasciamo perdere (ma come fanno a metterseli col caldo?). 

Detto questo. 
Coi look e lo stile grunge che va molto quest'anno, lo scozzese, il nero eccetera eccetera ce lo vedo proprio bene, quindi perché non rispolverare sto benedetto anfibio, tirarlo fuori dall'armadio e sfruttarlo per quest'inverno? Perché non so con cosa metterlo. 
Perché mi sembra di avere un piede gigante e l'ultima volta che li ho messi mille miliardi di anni fa erano coperti dai pantaloni a zampa e per effetto ottico il piede sembrava più piccolino. 
Ma adesso, con sti skinny, o i chino. Che si fa? 
Mi sento esposta. 
Mi sento come una gigantessa.
Non sembrerò il pagliaccio Baraldi? 
Finora mi sono limitata a tirarli fuori dalla scatola, girarli e rigirarli e guardarmeli per bene e a rimetterli nella scatola. 
Mi manca l'ispirazione. 
Anche perché i miei sono il modello alto, non vorrei sembrare Sid Vicious col piede da clown. Ora vanno molto quelli bassi tipo stringata che sembrano decisamente "meno pesanti" in un look e anche più semplici da abbinare. 
Ma i miei? 





Escludo CATEGORICAMENTE l'anfibio con gamba nuda e gonna. 
Parlo per me, ovviamente. 
Con la calza bella coprente potrebbe anche starci, però l'effetto cotechino è sempre dietro l'angolo (parlo SEMPRE per me. Ma quando ricomincia zumba?). 
Non mi resta che metterlo coi pantaloni, coi colori più scuri che mi ispirano di più. Ma tipo i cargo? Gli skinny? 
Ecco qualche proposta (e vabbeh, loro son sempre delle gran faighe, io sembrerò certamente la sorella brutta di Courtney Love). 
Stay tuned!


  

da sin. fashionvibe.com - gabion12th.com - glambistro.com - Elisa Taviti on chicismo.it 

Quando supererò il trauma da macchina fotografica, magari riuscirò a postare qualche foto. 
SEH come no.

venerdì 11 ottobre 2013

Winter is coming/Polyvore

Thè caldo e copertina. 
Qua fa UN FREDDO CANE. 
E naturalmente cosa c'è di meglio di un bel parka tipo questo, per combattere il gelo in arrivo? 
Mi dispiace ma sfido CHIUNQUE a dire che un cappotto in panno è meglio di un giaccone in piumino come questo (e qua sui vari blogghe, ne ho sentite parecchie dire così. Col cappottino alla francese siete tanto bon ton e carine, ma - scusate il gergo da camionista - diventate anche dure dal freddo). 

Winter is coming


Bersagli facili e Isabel Marant pour H&M

Premettiamo che nei momenti di sconforto da Università comincio sempre a fantasticare su una possibile carriera in qualche colosso dell'abbigliamento, tipo che ne so H&M, Zara, Mango, Calzedonia.
Qualche anno fa, presa da un raptus ho cominciato a scandagliare i siti di questi marchi cliccando alla voce LAVORA CON NOI. Mi si è aperto un mondo. Vedevo tutto rosa (e il rosa ci piace, un rosa cipria però).
Ah ma allora di lavoro ce n'è!
E guarda che nomi fighi!
Altro che commessa! Sales advisor! Department manager!
Guarda come sono tutti giuovani, carini e collaborativi!
E puoi fare carriera e salire in cima alla piramide, se sei uno in gamba!
E da H&M ti fanno pure vedere i video della serie YES YOU CAN! E dopo due minuti pensi ma chi, io? Proprio io? Potrei farcela, Sìì!
Potrei iniziare come commessa (ma i commessi ce l'hanno lo sconto del 20%?) e poi se sono brava diventare responsabile di reparto (ma i responsabili di reparto ce l'hanno lo sconto del 20% ?) e poi responsabile di negozio (ma i responsabili di negozio ce l'hanno lo sconto?) e poi finire a fare robe trendy tipo supervisore di qualcosa (i supervisori - sconto - EH?) e poi infine manager (beh i manager non hanno bisogno dello sconto perché c'hanno un sacco di danari e sono onesti e pagano tutto a prezzo intero. Ma mi sa che ce l'hanno lo sconto).
POTREI FARE CARRIERA DA H&M!
E' così facile cazzarola! Come ho fatto a non pensarci prima? Altro che università!
E perché nessun altro ci ha pensato?
E ti ritrovi lì in pigiama con una maglia imbarazzante della tuta, come un'ebete alla scrivania con le braccia alzate stile DiCaprio Sono il re del mondoo!

Ma guarda te che buontemponi sti scandinavi. Sarà vero?
Sembra troppo bello per essere vero.
Ma magari sì.
Comunque io alla fine, l'anno scorso sempre durante un altro raptus isterico da tesi ho mandato la mia candidatura a Calzedonia per fare l'assistente alla tizia addetta stampa. Con una laurea in Editoria, ho fatto stage in radio, conosco 2 lingue straniere, ho lavorato parecchio come commessa (serve?).
Magari mi raccolgono che ne so.
Per uno stage o cose così.
Compilo il form, allego il mio bel CV in pdf, scritto con cura senza dimenticare nulla 'ché la mia amica Giulia che lavora alle risorse umane in un'azienda very important di Milano si è raccomandata di mettere dentro tutto anche se hai fatto la cameriera/commessa e anche le attività di volontariato in team Che fai sempre bella figura.
La mia carriera spiccherà il volo!
Sì.
Sì me lo sento.



NON MI HANNO MAI RISPOSTO.
Mai.
Neanche una mail di quelle standard con scritto "le faremo sapere".
Vaffanculo Calzedonia.
Non comprerò mai più niente da te.
E neanche dalle altre tue aziende. Tezenis. Falconeri. Intimissimi.

No vabbeh dai, Intimissimi sì.

Solo ai saldi però.


Insomma tutta sta pappardella per dire che in fondo forse sono un bersaglio facile.
Basta un video con facce sorridenti per farmi davvero credere che potrei cambiare la mia vita così.
Mi basta essere bombardata da immagini di un qualsivoglia capo d'abbigliamento, che dopo qualche reticenza iniziale finirò per accettarlo e dire Massì mi piace. 
Ma soprattutto, LO COMPRO.
Tipo le slippers (ma quelle non le ho ancora comprate).
Tipo gli Ugg (sì lo so, ne parlo anche qua ma cosa credete, all'inizio proprio li odiavo).
Tipo i pantaloni a sigaretta quando hanno cominciato a fare timidamente la loro comparsa in mezzo a orde di pantaloni a zampa, quando ancora andavano di moda. (Pantaloni a zampa? What is pantaloni a zampa?). 
La bustina matelassè che ho detto NO/PASSAPAROLA mi fa anziana e poi ho ceduto (ma la mia è di Mango).
Cose così insomma.
Quelli della pubblicità - come direbbe mia nonna, insomma quelli - sono bravi per la miseria.
Ti mettono giù le cose che zac e tac, ti vien voglia di comprarle. 
O addirittura di andare a vederle.
Anche solo di prendere in mano una clutch, per quanto orribile essa sia. Ma sei come attratta da lei e intanto pensi mammaoh se è brutta, andiamo a vederla da vicino... Poi naturalmente hai il neurone croce rossa che arriva subito e dice NO NON LO FARE, E' PUR SEMPRE UNA CLUTCH DI ANNA DELLO RUSSO PER H&M, POSALA  METTI LE MANI IN ALTO E NESSUNO SI FARA' MALE. 

Anche se sono un bersaglio facile, devo dire però che non sono una di quelle che va in visibilio per le collaborazioni tra un marchio cheap come H&M e i vari Jimmy ChooVersaceMarni solo per citarne alcuni.
Forse non conosco abbastanza la storia e tutte le collezioni di questi marchi per poter apprezzare appieno questo tipo di collaborazioni e comprendere del tutto chi vuole a tutti i costi avere un capo del repertorio di un dato stilista. 
Credo che molti prodotti di queste collezioni limitate siano un po' troppo d'avanguardia per essere compresi dal grande pubblico. 
Sono capi dallo stile ricercato, a volte troppo, che comunque vengono riprodotti con materiali di qualità inferiore rispetto agli originali, e spesso anche la fattura non è ottima (ricordo di aver letto dei post in giro sui pantaloni di Marni per H&M, la cui vestibilità era davvero pessima). 
Marni è Marni, Marni per H&M è un'altra cosa. 
Di positivo c'è che grazie a queste limited edition si ha la possibilità di avere (se si ha cu.. ehm fortuna, perché spesso vanno esaurite in tempo zero) un capo cult di un determinato stilista a un prezzo inferiore. 
Con tutte le variabili del caso dette prima (vestibilità/fattura diverse).
Stiamo pur sempre parlando di H&M.
Comunque.
Il 14 novembre dovrebbe uscire la collezione della parigina Isabel Marant per H&M.
Ho guardato qua e là la preview della capsule collection.
Ci sono ovviamente delle rivisitazioni dei capi cult di questa stilista, maglioni e stampe navajo, frange su stivali e pantaloni in pelle. Non ho visto le celeberrime sneakers con la zeppa (che per inciso aborro, sneakers + zeppa =  perché?) e grazieaddio perché ormai di brutte copie di queste ne abbiamo viste di ogni e per favore almeno tu H&M risparmiaci questo scempio TE PREGO, anche se non è detto visto che la scarpa zeppata è proprio uno dei cavalli di battaglia della Isabella.
Ci sarà la coda in ogni negozio il giorno dell'uscita della collezione, come è stato per Marni o per Lanvin?
Chi lo sa.
Personalmente credo di no. Che una stilista così boho attiri una clientela piuttosto selezionata che non scende necessariamente a compromessi visto il prezzo degli abiti, è certo. Quindi non penso che attirerà le masse (e graziealcielo visto che non voglio sapere dove andrebbero a finire quei pantaloni bianchi di pelle coi laccetti laterali, navajo quel che ti pare, ma anche molto balcani style secondo me) anche perché solitamente i prezzi sono comunque piuttosto alti rispetto alla media di H&M. 

Personalmente trovo carino il cappotto in lana con cappuccio e il giacchino col risvolto in pelle e cintura in vita, che comunque credo non acquisterò per 2 motivi: uno. perché sono ancora in esilio forzato e l'h&m più vicino è tipo a 200 km da qui, due. perché ho messo gli occhi su un montgomery di benetton davvero davvero D A V V E R O carino.

Ma ora che ci penso. Se alla fine i fossi diventata una commessa di H&M,  e avessi avuto lo sconto del 20%, li avrei comprati? 
Chissà se avrei avuto lo sconto, però. 



Isabel Marant h&m


giovedì 10 ottobre 2013

Nobody likes you when you're 23. Neither when you're 25.

Mi rendo conto che è un po' presto per arrendersi. 
E che solo due giorni fa ho scritto che stavo cercando casa. 
Però mi sento di non volerlo più fare. 
L'università. 
Cercare casa. 
Boh.
Di chi era quella canzone I quit, I give up... Edie Brickell (scusa Edie ma sta canzone è proprio la depressione pura, ma in questa giornata devo ammettere che i miei sentim... NAH Edie. Non scherziamo. Non sono così depressa). 
Insomma ho cercato e cercato, spulciato sti annunci, chiamato miliardi di persone (dieci in un solo pomeriggio, PER DIRE) e niente. NIENTE. 
Peggio che cercare un bikini con i due pezzi coordinati e della stessa taglia da Tezenis dopo i saldi del 70%. IL NULLA. 

Ho visto foto di case oscene, case costose, case lontane - troppo lontane, appartamenti dove le tizie erano stipate dentro come i topi in stanze triple con armadi minuscoli e senza scrivanie, case in quartieri malfamati a prezzi esorbitanti (290 euro la doppia per una casa fatiscente dietro la stazione? Are you fuckin' kiddin' me?!), ma soprattutto ho visitato le peggiori bettole e ho visto con i miei occhi padroni di casa (un saluto a Codaliscia e alla sua coda bianco-giallognola di capelli secchi lunghi fino al culo, ciao amico) che sembravano seriamente aver bisogno di una doccia e di un cambio di abiti alla Caritas, che alla richiesta del contratto registrato hanno amabilmente chiesto di NON registrarlo. Gente che ha decine di appartamenti. 
Gente che c'ha li sòrdi. Anzi gente (pezzente) piena de sòrdi, come direbbe Black Swan. 

Gli unici appartamenti interessanti, carini e/o con prezzi ragionevoli erano naturalmente già stati occupati. 
Siamo sicuri? 
Oddio non è che per caso hanno detto così solo perché hanno visto il profilo del sito di affitti e hanno pensato "mammaoh che faccia da culo questa"
Non dovevo mettere la foto. 
Loro e la loro foto di merda "Metti una tua foto! Hai 5 volte più probabilità di non essere contattato!". 
StigranQaatsi. 
C'ho la faccia brutta e uno pensa brutta faccia - brutta persona. 
Non piaccio a nessuno.
La PARANOIA. 
Ecco. Lo sapevo. 
Sto sul culo a tutti. 
E stamattina mi hanno annullato l'unica lezione della giornata a 5 minuti dall'inizio e mi sono fatta un'ora e mezza di macchina per nulla. 
E ieri uguale. 
E oggi dovevo anche vedere un appartamento ma ho dimenticato a casa il telefono e adesso io la granny padrona di casa come la chiamo? 
Vabeh. 
Posso raggiungere la via intanto, al limite suono tutti i campanelli del palazzo, a uno la vecchia risponderà. No? 
Non so dov'è la via. 
Non ho una mappa. E senza il cellulare con maps sono davvero persa. 
Chiedo all'info point dell'università, ma a quanto pare se non ti sei ancora immatricolato ti scansano come la peste. 
Non posso fare nulla. 
La tizia della segreteria mi ricorda che sono una fallita "signorina, ma non lo ha un amico qui che le possa prestare un telefono? O le credenziali per l'accesso a internet nella sala pc di facoltà?" 
NO. Non ho nessuno. 
E voglio andare a casa e piove e i capelli mi stanno di merda e mi sento tutta unticcia in faccia. 
E mi fa anche male un piede che ieri a guardare appartamenti ho macinato chilometri su e giù per la città e mi son venute le vesciche. 
Zoppa, zuppa, coi capelli imbarazzanti e il viso triste ritorno alla macchina. 

CHE GIORNATA DI MERDA. 

Proseguendo con il turpiloquio mi rendo conto solo ora che (in ordine) : 
- sono in sindrome premestruale e non lo sapevo (e questo cambia le cose da tragiche a tragicomiche, livello che per inciso è un gradino sopra il ODIO LA MIA VITA ma io credevo di essere in quello sotto quindi tanto meglio così). 

- rimembro ora di aver letto da qualche parte che chi scrive un blog lo fa perché è terapeutico, ciò implica che se scrivi un blog devi avere DEI PROBLEMI. Quanto è vero. Però io dico. Dovrebbe essere terapeutico, ma uno lo fa perché spera in qualche modo di essere letto, seguito, apprezzato. E se come nel mio caso ci sono persone che ti leggono ma nessuno commenta giusto per dire Ehi, io ci sono, non sei completamente pazza io ogni tanto ti leggo
E se non ti caga nessuno?  
Se non hai un feedback, scrivere serve davvero a qualcosa?  


Ecco appunto. 
Edie, odio ammetterlo ma you were right.




martedì 8 ottobre 2013

Cercasi casa e coinquiline senza il vuoto pneumatico mentale disperatamente

Allora a dirla tutta io ero anche convinta e piena di buone intenzioni. 
Avevo detto che avrei fatto la pendolare, perché teoricamente le lezioni (poche) di questo semestre avrebbero dovuto consentirmi di farlo, per risparmiare un pochino, per dare una mano a casa, lavorare se possibile ma soprattutto PER POTER EVITARE TUTTA  QUELL'INESORABILE AGONIA che è LA RICERCA DI UNA STANZA IN AFFITTO. 
E spulciare tra gli annunci in bacheca. 
E cercare la stanza su siti vari. 
Anzi adesso mi dovete spiegare perché su easystanza.it mi devo registrare e dare i MIEI dati per vedere degli annunci di gente qualche volta pure abbastanza pezzente.
Gente che scrive un criptico "200 euro posto letto in zona giorno". STOP.Nessuna foto, niente. 
E cos'è? Un tappeto steso in terra? Un futon? Un divano-letto o un letto-divano? 
Agghiacciante.
Cioè. IO devo mettere una MIA foto così è più facile che io venga contattata come coinquilina, però TU gibbone decerebrato che cerchi un/a coinquilino/a per una stanza puoi anche fare a meno di mettere le foto della casa? E io povera crista come cavolo faccio a capire com'è la casa, leggo nel pensiero come Voldemort e mi immagino la stanza?
Per una sicurezza mia, dico.
Che ne so. Clicco Contatta l'utente e vorrei evitare di finire a vedere una topaia dove magari verrò squartata e mi verranno prelevati i reni per il traffico internazionale di organi. Per dire. 

Insomma oltre a questo stress da ricerca multimediale, c'è la paranoia dell'incontro. 
E della pseudopresentazione via messaggio, giusto per accordarsi su quando trovarsi per vedere la stanza in questione. 
Tipo sono una persona tranquilla, solare (solare?? ma chi sei, la Corvaglia al provino delle veline?) 
Allora. 
Sono una persona tranquilla, molto attenta alla pulizia (oddio ora sembrerò una psicopatica).
Scolta, teniamo buono il sono una persona tranquilla. Punto.
Passato questo scoglio, se qualcuno per grazia di dio decide che siete una persona di cui ci si può fidare, arriva il momento dell'incontro.
E presentarsi alle (ipotetiche) future coinquiline, sforzarsi di fare la rilassata e la simpatica mentre in realtà sto cercando di mettere in atto delle tecniche di manipolazione mentale degne di The mentalist per capire se le tipe sono davvero come dicono di essere "Sìì per le pulizie facciamo i turni, sempre!" SEH. 
"Noo i consumi qua sono bassissimi anche d'inverno" Mh. 
"Guarda noi siamo molto tranquille" Mah. 
Tutto questo mentre le squadro senza farmi notare e cerco di capire da come sono vestite che tipi sono (ma non funziona mai, canno sempre anzi credo che dedicherò un post alle prime impressioni epic fail).
E voi mi direte, ma se devi stracciare la minchia a tutti in sta maniera, perché non te ne vai a vivere da sola?
Il monolocale (sarebbeSsì l'opzione ideale, dato che sono una scassamaroni infinita - ma a onor del vero sono una che si scassa i maroni da sola, perché io brontolo a voce bassa ma poi. 
Poi riordino anche se non sono stata io, pulisco anche quando non è il mio turno, stresso per le bollette ma poi sospiro e pago in silenzio consumi inutili delle altre che udite udite accendono il forno un'ora UNA, per farsi una mela cotta UNA, caramellata) costa un botto, quindi andiamo di condivisione! Yeeh! 
Tutti amici come nei film di Moccia e company! Che bello avere vent'anni! 

No. Non abbiamo più 20 anni. Non io. Non 20 tondi, almeno. 
Io sono anziana, ho bisogno dei miei spazi, di non avere individui che mi gironzolano per casa alle 3 del mattino, o un qualsivoglia fidanzato siciliano che poverino è rimasto senza lavoro si ferma da noi un paio di notti - leggi UN MESE - che perde il pelo che manco fosse una volpe siberiana e fuma come un turco, usa i miei asciugamani (ORRORE!) e gli puzzano pure i piedi. 
Non posso combattere l'afrore d'ascella mortifera al Napalm della coinquilina siciliana che senza voglia alcuna di frequentare ha ciondolato per l'intero appartamento indossando da settembre a luglio un pigiamino di pile infeltrito. 
Lo stesso pigiama. A lavaggio mensile. 
E ascella lasciata così. 
A maggese.
Senza pesticidi, deodorante. 
O SAPONE. 
(Sì. ERA PILE. Ed era infeltrito. Non so se il pile infeltrisca. Il suo sì). 

ANCHE NO. 

E' che una non può andare a vedere un appartamento e chiedere di bollette e consumi, e infilarci anche un "scusa ma te, te le lavi le ascelle, sì?"
Sono cose importanti. 
Per dire.

E io devo studiare. E laurearmi senza (altri) ritardi. E quindi il fattore casa/coinquiline è fondamentale.  

Anzi toh. Una mi ha anche appena risposto. E da come scrive, mi sta già pure un po' sul ca**o. 
Uffa. 
Ma perché non mi poteva stare simpatica almeno la prima? 
Vabbeh. 


Già il momento è critico che c'ho qua mio padre in fibrillazione per il concerto di Morandi in Arena dato che la mamma è andata giù con l'allegra combriccola di agate amiche sue, e ora mi stressa perché twitti qualcosa per farle salutare, ma alla domanda L'HASHTAG UFFICIALE DELLA SERATA, QUAL è? 

SILENZIO. 

Ma scrivi Morandi!! 

Sì. Sì. Morandi. Ma l'hashtag. Qual è l'hashtag della serata?

Niente. Non ce la fa. 





domenica 6 ottobre 2013

Cliché c'est chic

Per la stesura di questo post nessuna blogger è stata maltrattata o ha subìto violenza alcuna. 


Sapete cos'è il cliché
Oltre al cliché quel cliché (cosa scontata, stereotipata ecc), dico. 
Che poi è anche il motivo per cui si parla di clichè. Lasciatemi sfoggiare con un po' di arroganza i frutti dei miei studi univeristari in ambito editoriale. 
Il clichè è una matrice di metallo che veniva utilizzata per la ripoduzione di immagini e che veniva inserita nelle forme tipografiche dei testi a stampa. 
Un modello, uno stampo che garantiva di ottenere immagini tutte uguali per ogni copia di una serie. 
Oggi si parla di cliché per indicare più che altro uno stereotipo, l'idea di conformità rispetto a qualcosa/qualcuno. 
In particolar modo, vorrei concentrarmi oggi sui clichè delle blogger. Anzi in realtà vorrei anche sapere se è proprio vero vero vero quello che ci raccontano sui blog/twittano/documentano via Instagram è proprio tutto vero. 
Perché smanettando qua e là sui social network si vedono ovviamente sempre più o meno le stesse cose (e fin là tutto bene... sono la prima ad ammettere di essere ripetitiva, è un fenomeno dilagante tra gli igers) però ecco nel caso delle abitudini delle blogger, dei gusti, non sei una di loro se non segui determinate regole ferree. 
E sotto mi sdilinquirò in una filippica senza precedenti e tutti mi odieranno, ovviamente.

Non sei una vera blogger (italiana) se... 
Non mangi il SUSHI. 
Tutte le blogger mangiano sushi. MMh chebbuono il sushi! E postano mille fotine dei piattini carini di sushi, corredati di commenti "potessi, mangerei solo sushi!" oppure hashtag agghiaccianti come #sushi#love o #sushi#withmylove#withmyfriends eccetera eccetera. 



Se non mangi sushi, non sei nessuno bbella.
NO MA SUL SERIO. 
Possibile che a voi tutte, dico TUTTE piaccia il sushi e non possiate vivere senza. 
Boh. 
Con rispetto parlando. 
Come mai non ho ancora visto una blogger che intasa il proprio profilo di Instagram con foto di un bel piatto di bagnacauda
O un bel piatto con polenta, salsiccia e puzzone di Moena??(scusate sono un po' di parte ehehe). 
Anche gli hashtag li vedrei bene #bigolialsugowithmylove oppure #PizzoccheriMonamour... Ma vanno bene anche cibi etnici unti e bisunti, fritti e rifritti. 
Sdoganiamo il culto di sto povero pesce crudo. Ebbasta. 

Non vivi per i MACARON. Credo che subito dopo il sushi, il cibo di cui si nutrono maggiormente le bloggers siano i macaron. Per chi non lo sapesse, i macaron sono questi
In particolar modo, i Ladurée. 
E su Instagram, e su facebook, e per merenda e per colazione e per un dolce peccato di gola col #mylove. 
E sulle magliette. 
E sulle tazze. 
E sulle shopper. 
Che bellini, però.
E sono pure buoni, per carità... e anche tanto carini da vedere. 
Ma ci sono tante altre cose buone. Il pane e nutella. I bignè al cioccolato. I cannoli (Pepi vs. The real cannolo siciliano 1-0 YEAH!) 
Credo che inizierò una campagna di promozione della crostata, della mousse al cioccolato e perchennò dello snack salato: il trancio di focaccia alla cipolla
Trés chic! 

Non hai un cane mini. Cosa ci hanno insegnato le varie blogger italiane e non faccio nomi perché sono tanto buona? Ma naturalmente che se non hai un carlino, un bouledog francese o un king chevalier o quel che lè, da portarti in giro durante gli scatti fescion in città col guinzaglietto fluo, beh non sei seria inzomma
Nel mio piccolo sto cercando almeno in questo, di adeguarmi.

Io c'ho questo. 



Sul serio.
Va bene lo stesso? 

Non hai fatto almeno una volta lo shatush. 
Shatush. 
Si scrive così shatush?
Shatush
... 
Credo di sì. 
Lo shatush in realtà mi garba. Ma mi garba di più che i miei colpi di sole, anzi di luce (california sun, come dice il mio parrucchiere australiano) di 6 mesi fa con ricrescita del mio biondo miele sembrino naturalmente shatush
Tiè.  

Hai seri problemi con l'inglese (e tutte le altre lingue).
E' scientificamente provato. La pronuncia straniera e le blogger sono spesso due cose incompatibili. Non è fashion riuscire a capire che Balenciaga si pronuncia diversamente da come scritto (ci in spagnolo si pronuncia si, ce la possiamo fare?) e che la fonetica in generale non è un opinione. 
Infatti, purtroppo per noi e per loro, quando le poverine sono costrette ad apparire in video e a esprimersi parlando di fronte alla telecamere fanno spesso una figura barbina. Apprezzo i consigli e lo spirito d'intraprendenza di queste ragazze che sono partite dal nulla e si sono costruite una carriera, ma un pizzico di preparazione in più non guasterebbe. E lo dico con la Q di quore.

Pepi per il sociale. 
Aiuta anche tu la fashion blogger in difficoltà con le lingue, studenti di Lingue, unitevi! The war against ignorance is not over! 



Back to school

Prima settimana di lezione in una nuova università. 
Per questi primi giorni di lezione ho optato per un comodo jeans, camicia a quadri e blazer bello pesante (anche perché la mattina presto fa un freddo cane, Argh!) Clarks belle comode e ormai caratterizzate da quelle macchioline qua e là effetto used che mi piace molto, e una bella shopper in pelle molto capiente. 
Indispensabili la bottiglietta d'acqua, l'accessorio con cui giocherellare durante i momenti di noia nelle spiegazioni di letteratura, e ovviamente il caffè senza il quale non avrei retto fino a fine giornata!

back to school





















Shirt - Jeans - Sweater - Blazer ZARA, Leather bag ORCIANI, Shoes CLARKS, Ring ETSY.COM, Galaxy bag FOREVER21, Cotton bag MANGO, Necklace H&M.

sabato 5 ottobre 2013

Singin' in the rain

Oggi piove. Che novità. 
E fa freddo. Altra novità. 
A dir la verità attendevo con ansia un bel giorno di pioggia, perché qualche settimana fa da Decathlon ho comprato dei bellissimi stivali di gomma neri (quelli da equitazione, pardon... da schooling, 15 euro scarsi eheheh) che non vedevo l'ora di sfoggiare senza sembrare un'emerita idiota. 
Oggi per questo sabato di commissioni qua e là e spesa con annessa cuginetta (di DUE anni. DUE. In un supermercato. Provateci voi, a tenerla se non sta sul carrello. Le squinzie di Teen Mom hanno tutto il mio rispetto. Io vi capisco. E due ore a settimana di baby sitting mi bastano e avanzano) indossavo qualcosa di simile a queste cose che trovate qui sotto. Purtroppo non ho trovato esattamente il modello di stivalazzi della Decathlon (che a dirla tutta sono anche più belli di questi) da mettere in questo set, ma è giusto per darvi un'idea. 
Io stamattina ho messo anche un piumino leggero in duvet, perché quassù in questi giorni fa DAVVERO freddo, ma mi rendo conto che forse è un po' eccessivo per chi abita in posti dove il clima autunnale è umido ma ancora piuttosto mite. 
Quindi magari vi  basta un maglioncino over e un parka!  

Singin' in the rain
Shirt - Jeans Shirt VEROMODA, Leggings ZARA, Jacket MOUNTAIN HARDWEAR, polka-dot Sweater MANGO, Parka VEROMODA.  

martedì 1 ottobre 2013

Odi et amo: UGG

Pepi buona/ecco qualche idea per indossare gli Ugg senza rinunciare a un pizzico di stile, restando sempre comode e calde, soprattutto! 
Io li abbino così. 
Più avanti trovate tutto il mio monologo (della evil Pepi) interiore sul right to wear Uggs
Ma se vi basta il set, ecco qua.

Warm&Comfy



Pepi cattivissima Me/Ordunque, era da un po' che pensavo a un post come questo difesa di questi poveri e indifesi amici morbidosi. 
Prima di proseguire con questa mia filippica sugli UGG, voglio dirvi che SO che li odiate, che sono brutti, che somigliano alle scarpe di Goku di Dragon Ball (o almeno così mi dicono i miei amici nerd che a 26 anni ancora guardano Dragon Ball) o alle scarpe dell'uomo del Similaun
Però diamo loro atto, che pur essendo bruttarelli, fanno comunque il loro sporco lavoro, e lo fanno egregiamente: tengono caldo. Molto caldo. 
E scusate se è poco. 
Scusate se qua d'inverno si toccano - 13° ( m e n o T R E D I C I g r a d i ). 
Scusate se in molte città della Bassa c'è l'umidità del 300% e mi sembra di essere Reinhold Messner sul Nanga Parbat. 

Questi cosi, signore e signori offrono morbidezza, comodità e calore tutto in uno, non possono essere anche belli! 
E so, lo so per certo, che molte di voi hanno pensato di acquistarli. E ci hanno pensato di nascosto perché  sono oggettivamente brutti, ma io amiche vi dico NO! LIBERIAMOCI DALLA SCHIAVITU' DEL PIEDE A POLARETTO! DELLO STRATO DI CALZE/INI SPESSO COME LA COFANA DI MOIRA ORFEI! 
Vi garantisco che non sareste comunque ridicole, non più di tutta quella gente che si mette i mocassini con la tuta da ginnastica, delle temerarie che vanno ancora in giro con la tuta di ciniglia, o delle highlander che non si arrendono e continuano ad andare in giro con borse bianche. O con le scarpe di pelle, bianche. Ho i brividi. 
Insomma esistono personaggi che ne combinano di tutti i colori e nessuno dice loro nulla, ORA... perché io non dovrei mettermi gli Ugg? 
E ve lo dice una che non ha proprio il piedino da fatina, porto un 40 perdiosantissimo. 
Chiaro CHE non siano adatti a ogni occasione, non dico che la sera di Capodanno mentre siete lì tutte in tiro con la vostra flute di Moet Chandon dovete avere i piedi avvolti in queste palle di montone. 
Ma in molte altre circostanze vi salveranno dall'assideramento. Fidatevi. 

Un piccolo appunto un po' snob. 
Gli Ugg son già brutti di loro, e in giro si trovano tante imitazioni cheap davvero orride. Oscene. Improponibili insomma. E che si deformano solo a guardarli facendo quella piega da "scalcagno" vicino al tallone. 
E che si bagnano. 
Si inzuppano.
Quindi vi consiglio, se proprio vi siete decise, di non prendere proprio quelli più smarzi in commercio. 
Ora io non so, i miei sono Ugg originali, ce li ho da qualche anno ormai, hanno preso l'acqua ma sono ancora perfetti e non mi sono mai e dico MAI bagnata i piedi, neanche in mezzo alla neve (cosa che non si può proprio dire dei loro parenti alla lontana, gli emu anche se vedo ora dal sito che quest'anno hanno aggiunto il brevetto water resistant. Boh). 
Però per stare più sicura io dall'anno scorso quando li pulisco ci spruzzo anche una specie di impermeabilizzante apposta per il montone, costa tipo 7 euro e almeno così sto tranquilla se viene giù il diluvio universale all'improvviso. 

Oddio non ci credo che ho fatto un post sugli Ugg. L'ho fatto davvero. 
Meno male che la mia identità è celata. (parac*la!)