giovedì 30 aprile 2015

SEO e fregnacce

Proprio oggi, proprio ora che sto cercando di cambiare qualcosa, di fare questa benedetta migrazione, di cercare un nuovo nome, mi vengono un sacco di ispirazioni e di idee per cose altre.

Tipo sui post.

E sulle crisi d'identità.

Quindi uniamo l'utile al dilettevole e facciamo un post sulle crisi d'identità.

E sul fatto che se prima la cosa fondamentale di questo blog era la privacy e il non voler essere trovata, raggiunta anzi riconosciuta, ora mi rendo conto che la fregola delle visualizzazioni c'è. Perché ho capito che molti mi leggono e nessuno commenta (e te credo, cosa c'è da commentare su articoli che parlano di aria fritta?), però sarebbe carino avere un qualsiasi altro riscontro che non siano visualizzazioni in massa dal Sudamerica. Hola amigos!

Quindi, detto questo, bisogna ottimizzare i titoli e i contenuti del blog in modo che gli articoli siano facilmente reperibili sui motori di ricerca (altrimenti detta SEO). E trovare dei titoli specifici.
E concentrarsi su un solo argomento.
Ed essere precisi.
Ed essere chiari.
Ma io non sono Benedetta Parodi, e nemmeno la Ferragni.
Io scrivo del nulla cosmico!
Come posiziono le mie fregnacce sul web?

Uffa.

mercoledì 29 aprile 2015

L'Odissea. Parte uno.

Ritrovarsi su Wikihow per cercare un nome dignitoso per il nuovo blog: fatto. 

Dignità: non pervenuta. 

Nuovo mood: oscillare tra momenti di assoluta convinzione di spaccare col blog diventando il Beppe Grillo Severgnini delle studentesse frustrate e il profondo sconforto dato dalla consapevolezza che tanto non mi leggerà nessuno. 



Si stava meglio quando si stava peggio e quando uno a sedici anni poteva farsi MySpace con le foto trash antenate dei selfie e le canzoni dei Green Day e sentirsi cool, e soprattutto con la convinzione che qualcuno, a Omaha o giù di lì, ci avrebbe letto. 
Bella storia.  



martedì 28 aprile 2015

Sentirsi responsabili

Da grande omonimia derivano grandi responsabilità. 

Soprattutto sul web. 
E fu così che dopo lo sconforto di scoprire che il nuovo titolo che avevo scelto per il blog era già stato preso da una gang di cinesi dai sorrisi smaglianti e lo sfondo kitsch, che non ho capito per quale motivo vanno a prendersi un dominio web in italiano, mi sono messa alla ricerca di nuove ispirazioni per il titolo. 
Una cosa concisa, carina, che parli di tutto e di niente. Come questo spazio, per l'appunto. 
Dove faccio un po' di tutto e un po' di niente. Dove viaggio poco e leggo molto, dove sperpero parole per parlare di borse e acque micellari e dove mi perdo in chiacchiere inutili su cose serie. Credo. 

Eccomi  dunque alla ricerca di un nuovo nome. Alla ricerca della mia identità. Il titolo ufficiale che avevo scelto in realtà è già un sito di una band di quarantenni che si esibiscono nella provincia di Cuneo, anche al primo maggio se volete, in un locale dove però dovrete farvi la tessera Arci. 
7 euro, per dire, eh! 
Il titolo alternativo è un sito dove fanno decoupage e cose di feltro. 

E quindi vado alla disperata ricerca di un'alternativa, partendo dal mio nome, e scopro che oltre a essere un motore di ricerca, sono un'azienda che produce sistemi di illuminazione a LED, un hotel di Firenze 3 stelle superior (rinnovate quel sito, per dio! è imbarazzante!) una sedicenne che ha vinto un talent, una casa editrice, una graphic illustrator (Ciao! Sei brava!), e sono anche un personaggio di un videogioco giapponese. 

Ma perché gli asiatici stanno in fissa col mio nome? 

Che ansia. 

Stay tuned, l'epopea non è che all'inizio!