domenica 29 settembre 2013

Sos Rescue-Rimedi contro la malinconia

Cosa v'è di meglio in una piovosa domenica di fine settembre in cui vorresti solo stare in casa a dormire e ti prende una malinconia che è pari forse a quella tristezza di quando ti metti a guardare Hachiko - Il tuo migliore amico e già dopo venti minuti senti il naso che pizzica e il magone e avresti voglia di singhiozzare perchè TU SAI, SAI GIA'  come andrà a finire il film e pensi a quel batuffolo di pelo che aspetta e aspetta e ti senti un po' come lui, che cosa c'è che non va in m... Torniamo AL POST. 
Insomma è domenica, l'euforia del weekend sta già svanendo perchè tra neanche 12 ore è già lunedì e sei lì triste, alla tv non fanno nulla di interessante e stai leggendo i post di altri blog da due ore e a forza di guardare lo schermo ti senti bruciare gli occhi, l'umidità ti ha fatto venire la pelle del viso lucida nonsisapperché che anche se ti lavi la faccia di nuovo, tra neanche mezz'ora sei ancora qua uguale, vorresti fare un dolce ma sei troppo pigra e quando finalmente apri il blog per scrivere qualcosa senti la mente vuota come Sephora il lunedì mattina quando nessuno osa entrare perché il negozio è GIA' VUOTO e si ha paura di essere assalite dalle commesse.
Maccome? Eri così sicura di te e nelle ultime 24 ore mille volte MILLE hai pensato "su sta roba dovrei farci un post, bisogna che me le ricordi" e ora puff! tutto sparito. E consideri seriamente l'ipotesi di iniziare a usare l'imbarazzante funzione del memo vocale del cellulare, in modo da poter appuntare immediatamente l'idea per non perderla. Ma siamo seri, CHI avrebbe mai il coraggio in questa vita di tirare fuori il cellulare e di mettersi a gridare frasi sconnesse in mezzo al reparto surgelati della Coop?? (perché col mio smarz-phone bisogna urlare... Se non hai un Iphone... Ma vaffanculo). 
Beh, io no. 
Comunque mi sono appena accorta di avere la capacità di divagare che neanche avessi l'Alzheimer, oh
Domani chiamo per una visita dal neurologo. 

Cose che ci rendono felici: (city version, ossia se come me abitate in un piccolo paesino di montagna, non tutte le opzioni saranno disponibili ma inserirò anche qualche idea utile da attuare comodamente a casa solo con della carta igienica, un po' d'acqua e della colla vinilica in modo da evitare la depressione da domenica pomeriggio o un qualsivoglia momento della settimana)
lo shopping. Sempre. Che banalità. Quando si è tristi, gli acquisti aiutano sempre, sia che si compri una focaccia o il piumino Aspesi della vita. Ma nello specifico, da studentessa fuorisede squattrinata costretta a passare weekend interi relegata in casa a Verona a studiare con la mia coinquilina durante la sessione invernale d'esami, ricordo che nei pomeriggi di studio matto e disperatissimo ad un certo punto, verso le 6 scoppiava la crisi per entrambe, e dopo infinite disquisizioni sulla deontologia per l'ora d'aria - ma noi ce lo meritiamo! Cit. Coinquilina - finivamo per vestirci in tutta fretta in modo da essere presentabili - si sa che lo studio in tenute imbarazzanti è più proficuo - e per correre in centro con l'umidità del 110% e la nebbia alla ricerca di qualcosa che (e qui cito nuovamente la coinquilina) ci togliesse lo squallore di dosso. Nell'ordine, Zara. La pasticceria (vedi punto seguente). E soprattutto, Kiko.






Kiko nei momenti di tristezza era per noi una sorta di El Dorado. Se sei triste, da Kiko puoi portarti a casa un po' di felicità per 3 euro e 90. Se sei fortunata anche a 1.50 euro. Smalti. O i mascara a 3 euro. E ci bastava quello, comprare un colorato pezzo di leggerezza prima di tornarcene nel grigiore delle quattro mura a consumare la nostra frugale cena stile I mangiatori di patate di Van Gogh per poi rituffarci nello studio. Ma questa ultima e squallida parte è in realtà un epilogo che si è consumato ben poche volte, perché oltre allo shopping abbiamo scoperto un altro bene consolatore che poteva scaldarci i cuori in quel momento tragico. Ed è 
  • IL cibo. E dico IL perché non sto parlando di tutti i cibi. Sto parlando di pasticcini (nel caso di noi poracce, uno a testa, un bignè al cioccolato e una fiammella. Rigorosamente da Cordioli, se era aperto) avidamente ingurgitati prima di avventarci in Via Mazzini, o nel caso lo squallore non fosse stato estirpato anche dopo il raid in centro, di una cena consolatrice a base di cibo cinese (unto. fritto. buono. ma soprattutto, economico) da portare a casa in una sportina puzzolente appestando l'autobus semivuoto della domenica sera, ma che ci frega tanto siamo solo noi qualche omino del Bangladesh e un paio di giovini studenti fuorisede con la valigia che rientrano dal weekend. Nel caso il bisogno di calore famigliare e di affetto sia davvero molto, e in località periferiche dove vi trovate non vi siano pasticcerie/take away cinesi disponibili, consiglio la cara vecchia cenetta fatta in casa. Preparate qualcosa a forno. Così di sicuro vi scaldate e la zona cucina sarà tutta al calduccio. Trovo estremamente consolatoria la pasta sfoglia, torte salate e quelle cose lì. Oppure patate al forno. Aggiungete la salsa rosa e vedrete che vi sentirete decisamente meglio. Sono bandite le cose fredde e dietetiche. 
  • La doccia e i capelli puliti. Molto spesso, l'irritabilità di una ragazza è direttamente proporzionale alla pulizia dei capelli della suddetta. Personalmente (ovviamente mi lavo tutti i giorni) MA lavo i capelli a giorni alterni, la mia coinquilina mi ha iniziato a questa strana teoria secondo cui se sto in casa per più giorni e non esco posso NON lavarmi i capelli in modo da riequilibrare il ph o quello che è e avere capelli superfantastici al lavaggio successivo. Ma io non resisto più di 2 giorni. Certo è che quando li lavo, sono davvero superleggeri e mi sembrano anche più luminosi di prima. La piega viene sempre strabene. E tutta la tensione da capello sporco è svanita. E mi sento superfaiga
  • Usare le ciabattine di spugna quando si esce dalla doccia. Dopo anni di infradito in gomma anche d'inverno all'uscita dalla doccia, io dico NO. Mai più. Volete mettere infilare i piedi in queste babbuccette di spugna e avere i piedi al calduccio e nel contempo già asciutti? Ti senti una vera vip anche perché di solito uso quelle degli hotel, sottratti da padreh durante i viaggi di lavoro in giro per l'Italia. Ne ho a pacchi e potrei andare avanti per anni solo con quelle accumulate finora. Li vendono anche all'Ikea a tipo 90 centesimi. Provate amiche e non ve ne pentirete. Vi sentirete come alla Spa. L'unico neo è che hanno sta soletta insignificante che si consuma subito e quindi meglio usarle solo per questo preciso scopo. Astenersi calzini fino al momento di indossare le scarpe al momento di uscire. 
  • Mettere qualcosa di nuovo. Punto che però nel mio caso, include i punti precedenti (shopping, doccia e capelli apposto), ed ecco perché secondo me è sempre meglio tenere i nuovi acquisti per i momenti di tristezza o per la giusta occasione. Non capisco quelli che si comprano una cosa e la mettono subito giusto per lo sfizio. Voglio tenerla per quando ne avrò bisogno, e riporre il capo col cartellino nell'armadio e tirarlo fuori per la prima volta per un momento speciale, anche se è solo un maglioncino di Mango
  • Mettersi lo smalto. Colori vivaci o no, quello che vi pare, l'importante è passarci il top coat supergelloso e lucido che ci fa sentire faighe. 
  • Se e solo SE vi sentite particolarmente cessi, e avete la combo pelle impura più capelli sporchi, consiglio anche una pulizia del viso homemade (un po' di vapore con pentolino-asciugamano come per la sinusite, strizzate quello che c'è da strizzare, se riuscite fatevi anche una bella maschera, che tanto c'avete già i capelli sporchi e chissene se il vapore vi fa venire i capelli crespi, tanto sono sporchi quindi andrete di doccia più tardi) ma questa è una roba da pro sotto molti punti di vista e se non ve la sentite c'è sempre l'estetista, anche se tentar non nuoce, tanto fino a prova contraria è domenica e avete 12 ore per tornare di un colorito normale.

Ecco, per ora la mia lista è finita. Andate in pace, amen.


Fescion stailist uannabi: Pinkrock

pinkrock

Questa cosa sta diventando una specie di droga. Il sottotitolo dovrebbe essere "sabato sera a casa da sola, non mi passa proprio più".

venerdì 27 settembre 2013

La rivincita delle bionde

P.S. Questo in origine doveva essere un post sugli eco-fake. Ma alla fine mi sono accorta che stavo andando in tutt'altra direzione e quindi bon

Oggi sono in vena di chiacchiere. Sarà che f i n a l m e n t e sono usciti gli orari dei corsi dell'Università e ora sento di avere uno scopo nella vita. Sìììì!! 
Questa è stata una settimana dura dove mi sono demoralizzata un sacco per un sacco di cose, per l'università in primis, perché anche se non sembra la scelta di continuare gli studi -umanistici, per di più- al giorno d'oggi è tutt'altro che scontata. Ed è proprio per questo che mi sono avvicinata in punta di piedi all'idea di iscrivermi alla specialistica, in realtà sono convinta al 90% ma bisognare ricordare che io sono l'ansia fatta persona, QUINDI molto spesso prima di una nuova impresa confondo la gioia/eccitazione con la paura. 
Anzi con il puro terrore. Tipo quando da piccola non dormivo la sera prima di andare a Gardaland, mi veniva la nausea dall'agitazione, avevo il groppo in gola e facevo gli incubi e insomma mi vivevo malissimo anche l'esperienza del parco divertimenti, povera stellina!
Perciò questa settimana mi sono lasciata un attimino prendere dal panico all'idea di fare la pendolare per questo primo semestre, di dover seguire i corsi con dei tizi che vengono tutti dalla stessa triennale e sembrano fare gruppo tutti solo loro, tutti insieme (mi sentirò esclusa? riuscirò a farmi degli amici?) e hanno tutti quest'aria saccente e antipatica. 
Il giorno della presentazione dei corsi quando sono entrata in aula mi hanno guardato malissimo solo perché so abbinare i colori e non ho la forfora come loro e i miei capelli hanno degli splendidi riflessi color miele. 
Ma vi rendete conto? 
Discriminata per il colore dei miei capelli. 
Mi sono sentita come Reese Whiterspoon quella volta. Vabbeh. 
La mia amica Black swan mi ha anche consigliato di portarmi una bustina di forfora posticcia e di spolverarla sulle spalle prima di entrare in aula, giusto così per sentirmi una di loro e non essere messa da parte. 
Ma guarda te cosa mi tocca fare.

Insomma questa è tutta gente (stranamente più maschietti che femminucce, e meno male, al liceo in classe eravamo solo ragazze e ho visto scene di isteria collettiva che sembrava di essere finite nel film 300, in mezzo agli spartani) che viene da Studi storici e che pur non avendo mai fatto filologia, si è iscritta ma pensa un po' te alla magistrale in filologia. 
Comunque ora ho capito che c'è poco da preoccuparsi (e non lo dico per un'ipotetica sindrome da prima della classe, è giusto così per non sentirmi proprio l'ultima) viste le domande non poco banali fatte al professore, poste tra l'altro in modo abbastanza discutibile "no ppperché c'è, volevo sapere come mi devo muovere con sta roba dei crediti liberi" 
STA ROBA? 
Come mi devo muovere? 
Allora tesoro ti devi muovere che ora ti alzi, esci a vai a imparare l'italiano che ne so leggendo un quotidiano, un libro, quello che ti pare basta che non sia di Federico Moccia o cose così. Ti stai rivolgendo a un professore di università, e non a Marco Columbro di Sei forte maestro, non hai 8 anni. 

Quindi dai che ce la possiamo fare. 
Oh ma possibile che questi secchioni del corso debbano essere tutti dei roiti? 
E io che già fantasticavo riguardo una love story tra i banchi di scuola e a studiare insieme e a uscire dalla biblio per la pausa caffè e intanto sbaciucchiarci. Ma mi sa che coi mallopponi da 12 crediti che ci ritroviamo da studiare, sarebbe un po' impossibile portare avanti la nostra relazione. 
Peccato.  

E ora scusate ma c'ho da iniziare a leggermi il Decameron e devo trovare entro tempo utile della forfora sintetica in cui avvolgermi come fosse il mantello dell'invisibilità di Harry Potter. 

Si accettano suggerimenti.





Non userò un titolo tipo Me myself and I, mi rifiuto.

L'ultimo venerdì mattina di settembre, qui ai piedi delle Dolomiti. 
Giornata di sole, fa caldo ma non troppo, sembra l'ultimo sprazzo d'estate. 
E io mi sono vestita come Mercoledì della famiglia Addams. 











Perdonate il momento fashionblogger wannabe, e la scarsa qualità dell'immagine.


Mi sono alzata con un che di malinconico. Un che. 
Forse sarà stata la noia di ieri sera, uscire con gente più noiosa del solito o semplicemente sentirmi esclusa da quello che fanno/dicono gli altri perché non posso sempre esprimermi in toto per quello che sono, mostrare il mio lato frivolo senza passare inevitabilmente per oca e senza essere giudicata male da alcuni amici che mi conoscono dovrebbero conoscermi da una vita o quasi e che non mi prendono sul serio. 
Forse questi non sono amici.
O forse il problema sono io? Non che io abbia una doppia personalità, intendiamoci. Ma ecco, tante cose che faccio non posso condividerle con alcuni di loro. Le tengo nascoste. Non capirebbero. 
Non capirebbero che sono quella che studia cose pallosissime e pesanti (a detta loro) ma intanto si guarda i programmi trash sulle spose o sugli Extreme makeover. Che perde ore a leggere blog di moda e conosce a memoria i nomi di borse e stilisti e ogni tanto si incolla alle vetrine ad ammirarle e un giorno ci arriverà ad averne una ma intanto si accontenta di quelle che riesce a permettersi con lo stipendio del lavoro estivo, e sembra che sia algida e se la tiri ma in realtà è solo timida e se uno la conosce davvero sa che è brava a far ridere, a imitare tutti (bene, sei uguale! dicono) e a fare la cretina e ogni volta le ripetono Pepi avresti dovuto iscriverti al Dams e fare teatro. 
Che non ha peli sulla lingua ma cerca comunque di essere gentile con tutti, e a volte la gentilezza diventa uno sforzo che le sembra falsità, e allora preferisce sembrare musona. 
Che non ho assolutamente la puzza sotto il naso e anzi non ho problemi a sporcarmi le mani e i concerti in giro per il mondo sì ok tuttobello ma dormire in stazione Termini anche no. L'ho già fatto in aeroporto e mi è bastato. 
Che anche se mi dicono che sono carina io non ci credo, non ci credo sul serio, ma che ogni tanto carina mi ci sento (e un giorno o l'altro vi snocciolerò tutti gli epiteti che mi dò da sola davanti allo specchio). 
Che litigo furiosamente solo con quelli a cui tengo, ma roba wrestling eh. Se non mi importa, non mi va di perderci tempo. 
E mi piacciono le sorprese. Farle e riceverle. E lasciare bigliettini in giro dove puoi trovarli. E portarti i biscotti fatti apposta per te (anche se magari l'altro giorno ti ho quasi azzannato durante una lite). E ascoltare, e ricordarmi quello che mi hai detto quando è ora di farti un regalo e farti un regalo che ti piaccia. Odio quando mi fanno i regali sbagliati. 
O generici.
(Oh ma grazie eh. Sul serio? Un ALTRO BUONO in un negozio di bigiotteria? ANCORA? Non entrerò di nuovo in un negozio con l'insegna di Hello kitty. No. Ho una dignità, io).
Vuol dire che nessuno mi ascolta. 
Ed è forse per questo timore di non essere ascoltata che ho aperto un blog dove però la mia identità rimane nascosta (se nessuno conosce la tua faccia e non sa chi sei, il fallimento fa meno male, e la parentesi di quest'esperienza online potrà in ogni caso essere cancellata con pochi clic). 
Tutto ciò che scrivo qui relativo a ciò che mi accade è assolutamente vero, le prese in giro ed i commenti che faccio sulle celebrities sono pura ironia. 

Dicasi sarcasmo. 

sarcasmo s. m. [dal lat. tardo sarcasmus, gr. σαρκασμός, der. di σαρκάζω«lacerare le carni» (da σάρξ σαρκός «carne»)]. – Ironia amara e pungente, ispirata da animosità e quindi intesa a offendere e umiliare, che a volte può anche essere espressione di profonda amarezza rivolta, più che contro gli altri, contro sé stessi: parolefrasiosservazioni piene di s.parlare,rispondere con s.fare del sarcasmosento del s. nelle tue parole.

Come le chiacchiere che si fanno con un'amica mentre sfogliate le riviste sdraiate sui rispettivi lettini al mare, restando in silenzio imperturbabili godendosi appieno il momento tintarella e mugugnando ogni tanto "ma vara te sta qua..." 
"CHI?" e la vostra amica befana, come voi, sporge il collo mentre voi girate il giornale per mostrarle la pagina dove la vip in questione appare smutandata ecc. 
"Ah. Quela là (mantengo espressione dialettale, priva di doppie) non sa più cosa inventarsi". E si ritorna alla catalessi da abbronzatura, dove è già tanto se riuscite trovare la forza di girare la pagina vista, vista l'afa.

Quindi ecco, non vi spaventate.  


Guardatevi le spalle, però. 


domenica 22 settembre 2013

Ma te prego. Katie&Suri

Solo per dire. 
Mentre ravanavo online alla ricerca delle infauste foto della Lena, ho trovato questa, fresca fresca del weekend.

 

Ho capito che la Suri è piccola e poverina la mamma la sta solo portando a fare colazione coi doughnuts e i cupcakes, ma non puoi passarmi dalle scarpette col tacco più cappottino Burberry, alla vestaglia di spugna di Tata Francesca con fantasia improbabile e le ballerine di strass. Sei in pubblico cristosanto
Da Zara kids puoi trovare un sacco di cose carine lo stesso, Katie. 
Te lo dico io.


Ma anche no: Lena dunham

Scusate ma io non resisto. Anzi... Ammetto che sta filippica sulla Lena Dunham è stata uno dei motivi che mi ha spinto ad aprire un blog. Perché se uno dice certe cose o se pubblica un post così su facebook, ti fulminano tutti "NOOOO c'èèèè ma come sei acidaaaaa! NOOO c'èèèè ma non hai di meglio da fare che pensare a ste cose??!" 
No. 
Non ho di meglio da fare che pensare alla cellulite di Lena Dunham. Che in realtà la cellulite non ha nulla che non vada. Tutti abbiamo la cellulite. C'è un po' di cellulite in ognuno di noi.
Ma tu Lena no. Non ti sopporto. 
Ma andiamo con ordine.
L'anno scorso ero lì tutta tranquilla che mi guardavo le prime puntate di Girls e fin lì tutto bene. Ne ho persa qualcuna, e al lancio della seconda stagione ho deciso di riguardarmele tutte in streaming. La serie in realtà era anche carina, sulla vita di queste giovani ragazze che dopo la laurea cercano di sopravvivere a New York e di costruirsi una vita (le quattro ragazze ricalcano come in Sex and the city un po' gli stereotipi vari - quella carina con fidanzato, quella santarellina anche se per poco, la mantenuta dai genitori, la riccastra un po' hippy ecc) anche se trovo improbabile il personaggio di Hannah, oltre a essere pesante e viziata e pure bruttarella, non c'ha manco tanta voglia di lavorare (ODIO I FANNULLONI), ma ha comunque uno che se la fila (e fin qui nulla di anomalo, cose già viste nella vita reale) anche se è un po' schizzato. Lo lascia e ne trova un altro.
E poi un altro, e poi un altro ancora. Gente ricca a cui non importano i capricci di questa tizia che se ne approfitta subdolamente facendosi ospitare e prendendo in prestito la vita altoborghese in case bellissime di professionisti newyorkesi, come il tizio che se la sbatte allegramente di qua e di là in lenzuola firmate o su tavoli da ping pong dove la suddetta cellulite se ne sta in bella mostra mentre è nuda come un verme. E non è che io sia puritana eh. Attenzione. Solo che già il personaggio non sta in piedi. Com'è possibile che una lagna del genere trovi sempre dei tizi che la trovano stimolante (anche dal punto di vista sessuale?) sarai anche super intellettuale, e ok. Riuscirai anche a farti strapazzare sulla tappezzeria firmata e a svenire in bagni milionari. Ma non puoi anche stracciare i maroni al tizio che oltre ad averti posseduta più volte, ti sta anche ospitando perché sei na poraccia tirchia. NON PUOI. E il tizio (leggi I tizi) ti sopporta pure. 
Ma non è realistico! Cessa e pure rompicoglioni, e la fa sempre franca!
Ma chi è che ha scritto la sceneggiatura di sta cazz... AH. 
Lena Dunham. 
Eh. 
Mi pare giusto. 
Sei la sceneggiatrice (e pure brava, mi pare di capire da wikipedia) e la produttrice della serie. 
Perché non togliersi direttamente il sassolino dalla scarpa e fare direttamente la protagonista, così da far schiattare d'invidia tutte le rosicone che ti hanno preso in giro al liceo perché eri in sovrappeso o per il taglio di capelli fai da te? 
Perché non inventarsi una vita interessante almeno sullo schermo?
Ok che sei femminista, e ti spogli per lanciare un messaggio e blablabla e ci può stare, ma fino a un certo punto.
C'erano tante altre ragazze un po' meno buzzicone di te, da poter scegliere come protagonista. 
Anche se controllando su google, vedo che quasi tutte i tuoi film ti vedono protagonista. Oh la la. 
Secondo me sei un po' egocentrica, Lena. 


E anche coraggiosa. 











Molto coraggiosa.





    







La vita non è un film, Lena. Non è che noi qui possiamo ignorare il fatto che te ne vai in giro così. Con quelle cosciotte di pollo così candide. 
Vuoi mostrare le tue grazie mentre ignuda balli il mambo orizzontale in un telefilm partorito dalla tua mente? Accomodati. 
Ma basta presentarti alle premiere (siiih la foto della premiere è vecchia, dell'anno scorso ma vedo che la Lena perde il pelo ma non il vizio) con le slippers i pantaloni TROPPO corti. O a zonzo per la città con vestitini troppo corti. O senza pantaloni direttamente. E ste babbuccette. Ma bastah.
Ok, sei hipster ma noi la tua cellulite non la vogliamo vedere. Io non voglio vedere la mia, figuriamoci la tua. 
Salterà fuori che lei è anche la costumista di scena dei suoi film. 
Mamma mia Lena che stakanovista, pijate 'na vacanza vah. 

Almeno sul bagnasciuga avrei una scusa per mettere gli shorts o i microabiti e le espadrillas.

venerdì 20 settembre 2013

#VFNO Milano: the poraccia version

Sì mie care, ANCHE IO come milioni di persone martedì sono andata a Milano per sta benedetta Vogue Fashion's Night Out. Notare che io sono andata a Milano due volte in tutta la mia vita, ognuna per non più di sei ore giusto il tempo per fare il giro di qualche museo o della Pinacoteca dei Brera (per esempio) e che non ho mai visto da vicino il mondo scintillante della moda, se non attraverso le pagine delle riviste o lo schermo del pc.
Comunque quando la squinzia di una società che organizza eventi mi ha mandato l'invito per sta VFNO alla modica cifra del costo dell'autobus (ebbene sì, andiamo in corriera, siamo eco-friendly così risparmiamo sull'emissione di CO2, non dobbiamo zmaronarci alla rizerca di parchezzio-sì perché se organizzi eventi c'è sta specie di rotazione consonantica per cui le G e le C diventano Z...boh- ma soprattutto, siamo anche un po' gita di anziani al santuario di Pietralba), io ho detto , ci sto. 
Ne è conseguito il panico da outfit, perché non volevo assolutamente sfigurare in mezzo a tutti i fashion victim che avrei incontrato sull'autobus da pellegrini, e poi boh insomma Milano è Milano bisogna essere presentabili, inoltre volevo anche andare a vedere ste benedette blogger (quelle VERE) e nel caso in cui fossi finita nell'inquadratura di qualche macchina fotografica dei fidanzati delle suddette, anche in mezzo alla ressa avrei voluto essere quantomeno dignitosa. 
Quindi dopo pochi tentennamenti a mille paranoie meteorologiche soprattutto da parte della mia fida compagna di pellegrinaggio Black Swan (pioverà? farà freddo? farà caldo?) ho optato per un jeans skinny dal lavaggio scuro, una canotta ampia e bianca in una sottospecie di chiffon, giacchino strutturato nero, ballerina e bustina entrambe in pelle nera. Capello un po' come veniva. 
Volevo osare il biker ma temevo l'effetto sauna (siamo a settembre ed è fine estate, però sta arrivando l'autunno, quindi??) e in effetti una volta giunta lì mi sono accorta di essere finita alla Fiera del biker. Biker neri, biker marroni, biker in pelle, coi brillantini, con le borchie, con brillantini&borchie, alti, bassi. Coi jeans, coi leggings, con i vestitini, con gli shorts (anche no, mi fanno un po' Daisy Duke di Hazzard) insomma di tutti i tipi. E io con la mia ballerina superflat che in realtà verso mezzanotte avrei tanto voluto aver messo i biker. 
Compagni pellegrini di viaggio dell'autobus - creatività non pervenuta. 
E meno male che la quasi totalità di questi studia cool hunting, styling, visual merchandising e roba trendy insomma. Le tizie avevano degli abbinamenti improbabili di cose già viste, gonna ampia e lunga con le converse, vestitini micro e biker (appunto), una tizia tipo Beth Ditto con abito dorato da Ferrero Rocher (do you know Beth Ditto?) tamarri con capelli da guido stile Jersey Shore, solo due tizi erano effettivamente carini, lei con pantalone chino, camicia in chiffon avorio, giacchino in tweed con toppe e Church in vernice con calzino da nerd, lui con camicia bianca e pantaloni pigiama e stringate. 
Da notare che la tizia in autobus con noi, osannata per tutto il tempo dalle altre squinzie come stylist era vestita praticamente come me (e allora, la novità dove sta? Così siamo capaci tutti), a parte la gran faccia da cool (più da cool della mia) col rossetto rosso che di sicuro non era un rouge 999 di Dior (io non ho osato mettere il rossetto per non accentuare la mia suddetta faccia da cool). 
Insomma oltre a constatare che è tutta una questione di attitude (basta crederci), e che in realtà sta VFNO non era altro che una notte bianca (E CHE TE CREDEVI??) dove in mezzo alla ressa ti danno assaggini (quali assaggini? Ho visto gente girare con lo spumante in mini bottigliette faighe, il Martini e il Campari, ovviamente secondo la legge di Murphy quando arrivavo io il cameriere aveva appena finito il beveraggio e aveva il vassoio vuoto io ho beccato solo la birra da Gap, io non bevo birra ma vabbeh dopo 2 ore di pellegrinaggio va bene anche la birra), le più fortunate che non arrivano tardi con l'autobus riescono ad accaparrarsi una fast manicure da Dior, o della Essie ma NOI NO (mi dispiace sto chiudendo il corner proprio ora) perché siamo partite troppo tardi dato che la squinzia in gonnellona, converse e bustina con manici in seta nera coi brillocchi de plastegon da mercatino ERA IN RITARDO. 
Ho capito che la gente fondamentalmente ha questa venerazione per quelli famosi che sembra siano Re Mida e ogni cosa che toccano sembra diventi oro quindi è normale stare ore sotto un negozio in attesa che il rapper del momento lanci borsette e cappellini dal quarto piano. Che quelli che comprano realmente durante sta serata sono comunque pochissimi, per la gran parte stranieri (maledette giapponesi che mi avete dato una borsettata sul malleolo con una busta enorme del negozio di Balenciaga). E che il non poter comprare niente o perché costava un occhio o perché i negozi abbordabili erano strapieni di gente, beh mi ha fatto sentire solo più triste. 

Vabbeh. 

L'importante è accontentarsi. Almeno ho beccato qualche shopper omaggio, da vera pellegrina quale sono. 









Giusto per fare la phaiga qua a casa tra i monti. 

domenica 15 settembre 2013

Delle commesse ignoranti e altre baggianate.

Ordunque care amiche e cari amici, ci ritroviamo ora a sproloquiare riguardo l'annosa questione delle COMMESSE INCOMPETENTI, quelle benedette addette alle vendite che in realtà ben poco si intendono dei prodotti che vendono, della serie NeSoDiPiùIOCheMiSmaronoSuInternetPrezziTaglieColori. E guardate che io ho fatto la commessa di abbigliamento per moolte estati qua nella mia valle piccinapicciò (e pure con una divisa alquanto d i s c u t i b i l e), quindi se faccio la supponente è perché dico che sì, un mondo dove le commesse sappiano di cosa-stiamo-parlando is possible.
Quante volte sono entrata in un negozio facciamo toh di bbborze, e mi sono ritrovata davanti a sguardi attoniti di una commessa che non sapeva nemmeno di cosa stessi parlando, che non mi sapeva distinguere una hobo da una shopper, allegramente ignara di cosa fosse una clutch (ma questo lo suppongo soltanto, poiché per mia immane sfortuna non ho mai avuto l'occasione di entrare per chiedere di una clutch, sono una poraccia in realtà) e che mi andava in stato confusionale con le tonalità di colori (l'azzurro polvere, QUESTO SCONOSCIUTO).
Ho visto commesse che alla richiesta "scusi vorrei vedere le stringate" hanno risposto con uno sguardo smarrito farfugliando poi "stringate ma ehm qual-come son... me ne indichi un paio...", ho visto commesse in seria difficoltà a produrre frasi di senso compiuto (e taupe si pronuncia /ˈtp/ non taauupee! Se non avete idea di cosa sia il taupe-detto comunemente talpa, ecco qua fatevi una cultura)
O tipo la slavona da Furla (e qui faccio riferimento a una città del Veneto che ehm ehm conosco bene per motivi di studio, ndr) che ha SERI problemi con la lingua italiana. Problemi che a quanto pare ha pure la slavona da Pollini. O da Desigual (lascio passare solo quella da Desigual visto lo stile da daltonico, ma Furla PERCHÉ una slavona, perché? Ho capito che vuoi aprirti alla clientela dell'Est perché sei international, ma sai anche tu che ti venderebbe solo borse bianche e orride, perché? No Furla, shame on you. Furla chiamami e non te ne pentirai). 
L'incompetenza di questo tipo è a mio parere più sopportabile dell'incompetenza aka stronzaggine della commessa cosiddetta anziana e/o saccente (tipo spesso presente dalle mie parti nella Valle dove ti sorridono i monti e ti sorridono non perché sei sotto sostanze allucinogene): la commessa che presenta un capo più o meno discutibile con un "QUESTO VA MOLTO, NE HO VENDUTI TANTI" (cosa che in realtà peggiora solo la situazione) o un "SI USA ADESSO" oppure, questo è il mio preferito nel caso in cui in negozio non abbiano ciò che cerco, tentano di propinarmi una squallida alternativa e al mio sguardo perplesso rispondono con un "NO MA SE TU GUARDI LE RIVISTE QUESTO ANDRÀ MOLTO EH, IL COLOR ARANCIO IN UNA TONALITÀ ABORTO DEL TANGERINE" ...allora, NOH. Noh bbella (e qui, esce la Tina Cipollari che è in me) tu a me così non me lo dici. Tu che hai dei seri problemi con sti cinturoni elastici col fibbione che manco fossimo nel 2006. Tu che hai 50 anni e ti tatui la farfallina o il poco banale segno zodiacale sul polsino del braccino, che quando non ti vede nessuno probabilmente leggi Intimità o Confidenze e ti rasi i capelli da un lato sopra la tempia perché fa gggiovane. Ciao amica e vaffancuore.
Detto questo care amiche psicotiche che come me passate il tempo a spulciare vari siti per trovare il vostro oggetto del desiderio o studiarlo più da vicino, armatevi di pazienza perché spesso questo mondo non ci capisce, non comprende noi anime pie che controlliamo e ricontrolliamo su internet per ORE imparando i cataloghi a memoria per poi partire e battere a tappeto vari negozi sperando di andare a colpo sicuro (nel caso n.1 per comprarlo direttamente lì, oppure-sì è un pò da poraccia-caso n.2 per vederlo dal vivo/controllare la taglia ecc e POI ordinarlo online da casa, visto il prezzo più conveniente). Naturalmente in questi casi ci vuole un po' di faccia tosta, qualche storiella magari farcita da riferimenti alla famiglia stile Carramba che sorpresa "Sa è un regalo per mia sorella, volevo provare sta ballerina di Ferragamo perché portiamo lo stesso numero". Durante una capatina da Folli Follie con un'amica poraccia like me, dopo essere entrata solo per lustrarmi gli occhi e sentendomi inizialmente una VERA PEZZENTE ho addirittura deciso di sfoggiare una bella faccia di bronzo e di chiedere di poter vedere la Marcie da vicino, ma dopo aver visto la qualità scadente del pellame di Chloé ho subito parato l'attacco della commessa con un "belllliiiissima ma sono poco convinta del colore, sono indecisa! Anche perché sa, di nera ho già la PeekaBoo*,che faccio? Guardi ci penso" che dio mi fulmini se ho nominato la Fendi invano. 




*Voi sapete cos'è la Peekaboo. 
Non potete non saperlo. 
E comunque no, non ce l'ho davvero la Peekaboo.

venerdì 13 settembre 2013

Programmi trash: Io e la mia ossessione

Come tutte noi povere donzelle stressate dalla quotidianità, anch'io mi ritrovo qualche volta spaparanzata sul divano a guardare RealTime (ossia PROGRAMMI TRASH) con sommo disappunto di tutto il parentado (padreh, madreh e fratelli compresi... Sono finiti i tempi in cui io e la mia coinquilina sedute sul divanetto rosso guardavamo Ma come ti vesti con un pacchetto di Cheerios abbuffandoci come le americane con le ali di pollo!).
Mia madre ancora si sconvolge del fatto che io mi metta a guardare sta roba sugli abiti da sposa o grassi contro magri o cose così "Ma come è possibile che stamattina tu stessi studiando un'edizione critica del Morgante di Pulci e adesso stia qua a guardare ste schifezze" (ti voglio bene mamma) e come darle torto, in effetti questi programmi non sono poi così edificanti (anche se questo dipende dai punti di vista, l'ennesima puntata di Abito da sposa cercasi può sempre tornarmi utile un giorno, anche se non ho ancora trovato il principe azzurro... 'nsomma non se sa mai!).
Comunque, sorvolando sul livello di trash toccato in vari momenti del palinsesto, oggi vorrei concentrarmi su Io e la mia ossessione un programma particolarmente assurdo, ma che proprio per la sua assurdità suscita interesse (e non sono la sola, lo so che anche voi lo guardate commentando a voce alta le stranezze della gente). La cosa allucinante, oltre ai vizi veri e propri di questi tizi FUORI DI TESTA tipo mangiare copertoni, o deodoranti, o naftalina, o cibo per gatti, o pezzi di vetro, o mozziconi di sigaretta o toh boh che ne so LE CENERI DI TUO MARITO MORTO, o voler andare a letto con un dinosauro gonfiabile, o vivere con delle bambole o parlare con una testa di bambola o con una pecora di peluche che ti porti sempre appresso anche mentre fai jogging felice nel parco, o bere benzina o la tua urina, insomma la cosa assurda è che UNO. I parenti di questi svalvolati molto spesso ignorano di avere uno psycho in casa "Mary usa la propria pipì da 8 anni. La figlia - Non sapevo che mamma bevesse la propria urina, e ci facesse il bagno e la usasse come lozione per il corpo e la usasse come colluttorio..." Cioèèè tu mi vuoi dire che tua madre si rotola nella propria urina e ci si fa i gargarismi da 8 anni e TU NON TI SEI MAI ACCORTA CHE PUZZA DI PISCIO? Tesoro ma anche tu hai un problema. DUE. Ci sono addirittura casi in cui la persona in questione HA UN FIDANZATO/A, COMPAGNO/A. E fin lì. Non fosse altro che la tipa in questione si spruzza i deodoranti sulla lingua e si mangia il roll-on al pino silvestre. Forse il loro è amore vero, con l'alito di uno dei due che è molto fresco. Noh ma... Ok che io, ormai spaiata da un bel po' (e qui ci ricongiungiamo al discorso del principe azzurro) anche se non sono proprio cessa continuo a pensare ma cosa c'ho che non va, sono io sbagliata ecc-classiche frasi da single disperata, pare mentali che terminano con un non ho ancora trovato uno che mi apprezzi per quel che sono (sììì dai, tanto cuore anzi Quore con la Q)... 
Però oh, se ha trovato l'amore una che si mangia il Dove go fresh al cetriolo, vuoi che nessuno raccolga una ragazza mediamente savia, un po' troppo pagliaccia a volte, con qualche problemuccio di autostima e qualche mania per l'igiene trasmessa dalla propria genitrice?? (e sì ok lo ammetto, ogni tanto parlo con le mie borse, soprattutto quando le ho appena comprate, e allora?)... 
Vabeh, attendo in linea.


Ok forse anch'io dovrei andare a quel programma. 
Magari prendo pure qualche euro, che sono poraccia e mi pago la retta della Magistrale all'università.

mercoledì 11 settembre 2013

Arsenico e vecchi merletti (e bomboniere)

Oggi facendo pulizie, di quelle stile invasione degli Unni ora butto via tutto aaaargh! mi sono imbattuta in qualcosa che nessuna persona sana di mente sotto i 60 anni vorrebbe mai vedere, così tante e tutte insieme: le bomboniere. Una serie di scatole e scatoline, vasi&vasetti che mia madre ha conservato per una serie di svariati motivi "ma poverini dai sono stati così gentili a portarcela, tra un po' la buttiamo", e che io ho ben presto cominciato a buttare nella spazzatura dopo una rapida cernita, mentre gli altri li ho tutti nascosti in qualche armadietto in modo da celarli alla vista di chiunque arrivi in casa (però nella mia malvagità alcuni li ho tenuti proprio perché erano di una bruttezza imbarazzante). 
Oggi appunto, apro per caso uno degli armadietti e le ritrovo. Eccole là. 
La crème de la crème delle bomboniere più orride. 
Ora, io capisco che dopo la comparsa di RealTime sia preso a tutte le mamme moderne una mania per il fai da te, Paint you life e quel che lè. E dico "mamme" perché purtroppo sono le bomboniere da battesimo ad essere le peggiori in assoluto (mi spiace per quelle ignare creature che tra 12 anni si vergogneranno nel venire a sapere cosa è stato creato in loro onore, anni prima). Ed è davvero ammirevole che tu, mamma, decida di creare una bomboniera dal nulla, senza andare a sceglierla e comprarla ma assemblandola pezzo per pezzo. Però cosa ti dice il cervello quando decidi di fare un animaletto come bomboniera e di usare un ramo di faggio lungo 30 cm, del diametro di 5 e di appiccicarci sopra pezzi di stoffa e inquietanti palline per gli occhi a colpi di colla calda? Eh sì, perché in questi casi, che mondo sarebbe senza colla calda. Per quale sconosciuto motivo ognuno degli invitati al battesimo di tuo figlio dovrebbe gradire un coso del genere? Che ci faccio? Manco posso buttarlo nella stufa, è completamente coperto di pezzi di plastica! O parliamo del coniglietto fatto con gli asciugamani, che poraccio sto coniglietto è pieno di spilli (e uno per attaccarci il batuffolo della coda, e uno per il naso, e due per gli occhi...), ma tolti questi almeno posso usarlo come pezzetta per struccarmi, dato che wow sto asciugamano microscopico è pure di microfibra! (non sono pazza, è lei che me lo ha insegnato). 
Passando rapidamente in rassegna gli altri cimeli che il parentado ha opportunamente provveduto a donarci in varie occasioni speciali, ricordo anche il fiore in gesso dipinto a mano con gancio portafoto (ossia la foto del bambino in questione, adagiato sul divano con una smorfia di disgusto stampata in faccia), vasi di legno-con fiore con molla-con mollettina per le foto (tipo, MILLE di questi in ogni forma-colore), l'angioletto fatto con vasetto in terracotta e la pallina di polistirolo dipinta di rosa al posto della testa (anche no), il vaso da fiori enorme in vetro trasparente (pure bello eh, peccato per la decorazione coi nomi degli sposi in una grafia tremolante fatta coi colori per vetro, che ho pazientemente rimosso con le mie unghiette presa da un raptus incontrollabile) e infine il migliore: il vasetto da appendere ai termosifoni come umidificatore, con stampato sopra col decoupage un bimbo in fasce, e il nome del bimbo con data del battesimo amabilmente scritta con l'indelebile. Ma perché, mamme, smaronarvi con ste cose? E voi papà, perché glielo permettete? Apprezzo le cose artigianali e fatte a mano, ma alcune proprio non si possono vedere! Ma con quei soldi usati per comprare colle a caldo, legnetti gancetti cartoncini, occhi finti con palline agghiaccianti che si muovono e panni vari, non potevate invece fare una donazione a qualche associazione per l'infanzia, per i bimbi meno fortunati? Un cartoncino per gli invitati per informarli della buona azione e via, ecco fatto. Invece no, tocca a me fare la buona azione e buttare via ste oscenità. Mboh.

martedì 10 settembre 2013

I have a dream

Ma quanto mi sento faiga a smanettare con sta applicazione? E che soddisfazione alla fine eh! Ok alcune cose sono bruttarelle, ma mi pareva facessero tanto Vogue (tipo i tacchi con le nappine).


 

Altre mi piacciono proprio (ciao Antigona, ciao Furla, ciao Shourouk e Ysl) quindi Babbo Natale milionario, se ci sei batti un colpo! Anche se... chi di speranza vive, di speranza muore ehehe!

Provaci ancora, Miley (ma anche no)

Spendiamo due paroline per la povera Miley Cyrus. Anche se in realtà ne basterebbe una sola: NO. 
Ma forse NO, MILEY suona un po' più comprensibile per una che fino a l'altro giorno portava il pannolino e oggi è qua che boh, lecca qualsiasi cosa le capiti a tiro solo perché fa figo e se ne esce con sti look smutandati che stavano bene solo a Carmen Russo nell'82.




Che fantasia, eh?! Nulla di nuovo Miley, chebbarba. Allora invece di stare qua a farti una lista dei do-dont ti rendo le cose più facili Miley, perché magari tu ti senti anche fresca e nuova e ggiovane  e oh sì sicuramente alternativa e trasgressiva, però noh fiore bello, nello showbiz chi tardi arriva male alloggia, ti dovevi svegliare un attimo prima honey
Forse devi ancora trovare la tua identità. E ci credo pora stella, dopo mille anni di Hannah Montana sarei bipolare pure io, dove comincia la Miley, the true Miley, e dove finisce la parrucca imbarazzante? Comunque. 

Non sei Rihanna, che già da tempo lecca un sacco di cose (tubature, clutch, campanelli, cerniere, la nuova frontiera è il touch-screen dello smartphone, vai Rihanna ce la puoi fare a far partire la chiamata solo digitando con la lingua!)


eppoi gira da sempre mezzanuda o con abiti discutibili e porta il taglio rasato sotto con ciuffo ribelle sul viso dal lontano 2009 (drrrrriiiiin! Sveglia, Miley! Che ideona farsi quei capelli). 




Non sei nemmeno Cara Delevingne, basta copiarle le smorfie.
E non sei neanche Rita Ora (forse ti rode perché loro sono BFF e tu no? Mboh). 


 

Ah, e non sei Pink. 

Tutto chiaro Miley? Dai su un po' di fantasia, basta scopiazzare le tue compagnucce! Che poi sei pure carina, non ti manca niente, e davvero non era malaccio quel look da brava ragazza un po' country, che ce piaceva tanto a bbella de zia!

domenica 8 settembre 2013

Just give me a reason

Sono fermamente convinta che bisognerebbe dedicare una puntata di Mistero al fenomeno dilagante del presenzialismo di personaggi vari, più o meno sconosciuti a festival e mostre varie. Cosa c'entrano blogger e attricette e showgirl a eventi come la Mostra del cinema di Venezia, a Cannes o alla notte degli Oscar?
Esempio lampante degli ultimi giorni è la nostra cara Fiammetta Cicogna alla Mostra del cinema di Venezia (scusa Fiammetta, parlo di te ma potrebbe essere benissimo il caso di una Ferragni, che se ho ben capito poco c'azzecca con registi e sceneggiatori ecc). 



Ho capito gironzolare lì intorno nella speranza di arraffare una tartina o un Martini a una delle tante feste date tra una proiezione e l'altra, ma proprio TU Fiammetta, nello specifico CHE COSA MI SIGNIFICHI lì in mezzo tra grandi attori e performer vari? Seh vabbeh ho capito essere socialite e tutto il resto... Però spiegatemelo, perfavore. Cheppoi in realtà i vestiti che ha messo non erano manco così brutti... Però allora se vuoi fare la presenzialista vai anche alla sagra del finferlo di Tarquinia per par condicio. O no?

sabato 7 settembre 2013

E ADESSO?

Eccomi qua. Laureata (era ora), in attesa di una qualsiasi ispirazione su cosa fare del mio futuro oltre a un'iscrizione alla Magistrale, dopo anni da studentessa fuori sede mi ritrovo nuovamente catapultata a Casa in una Valle tra i monti del Trentino. La domanda sorge spontanea. E adesso? E adesso che si fa? Dove si va? Dopo aver vissuto in città devo ammetterlo, questo posto mi sta stretto. Sì bella la natura, belle le montagne (e che montagne!) carina la gente del paese MA a volte mi sembra di parlare arabo quando parlo un po' da cittadina snob di cose più o meno frivole, di scarpe, di borse, di outfits, della fondamentale importanza dell'acqua micellare (seeh voi lo sapevate cos'era l'acqua micellare? SAPEVATELO ahah!) e quindi ecco qui, anzi eccomi qui con questa piccola finestra sul mondo. Pensieri, parole e critiche (TANTE CRITICHE) esperienze e tentativi riusciti e falliti di tutto e/o niente. Quindi boh, io ci provo. 
Enjoy!